Cipresso – Cupressus sempervirens

Autore:
Laura Bennet
  • Docente sc. biologiche

Cipresso-Cupressus sempervirens

Il cipresso comune conosciuto anche come Cipresso italico è un sempreverde diffuso e coltivato a scopo ornamentale come albero isolato o come siepe di recinzione nei giardini privati collinari, costieri, montani, nei parchi pubblici cittadini per la sua chioma elegante e l’elevata resistenza all’inquinamento.

Cupressus-sempervirens-frutti

Caratteristiche del Cipresso comune . Cupressus sempervirens

Il cipresso, Cupressus sempervirens, è una conifera della famiglia Cupressaceae originaria (cipressi in senso ampio) originaria delle regioni dell’area mediterranea orientale, dell’Asia meridionale e occidentale, diffuso in tutto il mondo dal livello del mare fino a 700/800 metri di altitudine. E’ un albero molto longevo che in condizioni ambientali ottimali può vivere da 100 a  500 anni e può superare anche i 50 metri di altezza. E’ dotato di una robusta radice fascicolata che si approfonda nel terreno senza propagarsi ai lati.

Il tronco è eretto, il legno compatto, duro e aromatico è ricoperto da una corteccia squamosa di colore bruno-grigiastra e, la chioma generalmente è affusolata-piramidale molto più ramificata verso il basso.

I rami secondari o laterali generalmente si sviluppano verticalmente al tronco primario come la radice.

Cipresso italico-foglie

Le foglie, di colore verde scuro e sempreverdi, sono embricate ovvero ridotte a squame triangolari addossate le une alle altre a formare una specie di ventaglio appressato al rametto. In estate, col calore, le foglie e il legno del cipresso italico sprigionano un profumo simile a quello del Cedro.

Il cipresso è una specie monoica che sulla stessa pianta ma su rami diversi, durante il periodo della fioritura porta sia fiori femminili sia fiori maschili.  entrambi insignificanti dal punto di vista decorativo perchè molto piccoli e poco poco visibili tra le fitte fronde.

I fiori femminili meno numerosi di quelli maschili hanno forma globosa, sono di colore violetto e spuntano su brevi peduncoli di rami apicali giovani.

I fiori maschili portati anch’essi all’apice dei rametti sono riuniti in strobili giallastri che aprendosi liberano nell’aria una grande quantità di polline. Entrambi i tipi di fiori del cipresso sono insignificanti dal punto di vista decorativo perchè molto piccoli e poco poco visibili tra le fitte fronde.

Cipresso-frutti

I frutti o coccole come quelle del Ginepro, sono capsule globose-ovoidali ricoperte da 5-8 paia di squame legnose di colore grigio.giallastro che a maturità si separano liberando i semi.

I semi del cipresso sono acheni alati molto leggeri e vengono dispersi dal vento anche molti metri di distanza dal luogo di produzione.

Fioritura del cipresso: la fioritura poco appariscente e scarsamente decorativa avviene in primavera da febbraio fino a maggio in base all’andamento climatico della stagione.

Cipresso-Coltivazione

Coltivazione del Cipresso comune

  • Esposizione e clima: è una pianta che ama i luoghi luminosi e soleggiati per molte ore al giorno. Sopporta molto bene il caldo afoso dell’estate con temperature anche superiori ai 45° C e resiste al freddo dell’inverno e alle temperature rigide dell’inverno.
  • Terreno: si adatta a qualunque tipo di terreno ben drenato e mediamente ricco di sostanza organica. Si accontenta anche de terreni poveri, calcarei e argillosi con valori di pH acidi e basici.
  • Annaffiature: l’albero adulto che si accontenta delle acque piovane mentre l’esemplare giovane o impiantato da poco va annaffiato almeno 2 volte alla settimana per i primi 2-3 mesi successivi all’impianto e poi ogni 1-2 settimane durante la successiva primavera-estate  (in caso di siccità) lasciando asciugare il terreno tra un apporto idrico e l’altro per evitare che i ristagni idrici possano provocare il marciume delle radici.
  • Concimazione: per assicurare i nutrienti indispensabili alla crescita armoniosa dell’albero, in inverno interrare a distanza di circa 60-70 cm dal colletto dai 3 ai 5 kg di letame maturo o del compost. All’inzio di marzo e ad agosto, concimazioni a base di solfato di potassio (concime ammesso anche dall’agricoltura biologica) serviranno ad aumentare la resistenza del cipresso alle malattie fungine.

Cipresso-moltiplicazione

Moltiplicazione del Cipresso

La riproduzione del cipresso avviene per semina durante la stagione primaverile oppure mediante talee.

Moltiplicazione per seme

I semi raccolti ancora da coni verdi ma semiaperti vanno messi a germinare in un substrato soffice e specifico mantenuto sempre umido fino alla comparsa dei teneri germogli che faranno capolino dal terreno nel giro di 2-3 settimane. Il semenzaio va posto in un luogo luminoso e solo quando le piantine saranno abbastanza facili da maneggiare, circa 1 mese, si procederà al loro trasferimento in vasi singoli ed allevate in essi fino al momento dell’impianto a dimora definitiva. Per ottenere dei buoni risultati bisogna seminare molti semi perchè dotati di bassa capacità di germinazione.La semina va fatta in primavera.

Propagazione per talea

Questa tecnica è da preferire perchè più sicura e nello stesso tempo assicura piante geneticamente identiche a quella originale. Per propagare il cipresso italico per via vegetativa occorrono parti apicali semilegnose, sane e non troppo spesse.

  1. Utilizzando un attrezzo adatto ben affilato e disinfettato si recidono porzioni apicali di rametti lunghe 15-18 cm.
  2. Si eliminano le foglie inferiori lasciando solo 3-4 apicali. Si trattano le estremità recise tenendole immerse per un giorno in vaso contenente una soluzione radicante.
  3. Si lavano le estremità recise accuratamente e si trattano con un po’ di carbone.
  4. Si interrano le talee per circa 1/3 della loro lunghezza in un miscuglio di torba e sabbia in parti uguali praticando dei buchi con un bastoncino o una matita.
  5. Si compatta il terreno ben bene intorno a ciascuna talea.
  6. Si innaffia abbondantemente il terreno e si copre il contenitore con un vetro trasparente (o anche carta pellicola) che andrà rimossa nelle  ore più calde del giorno per evitare che la condensa possa essere la causa dell’insorgenza di malattie fungine.

La comparsa di nuovi germogli segnerà l’avvenuto attecchimento delle radici quindi le piante potranno essere ripicchettate in vasi singoli e lasciate irrobustire in un luogo caldo-umido per circa due anni prima di metterle a dimora definitiva. Il periodo favorevole per la riproduzione per talea è la fine primavera e l’estate.

Impianto o messa a dimora del Cipresso

Il cipresso è una pianta che non ama gli spostamenti e quindi va messo a dimora definitiva nel momento in cui viene tolto dal vaso. Il periodo dell’impianto varia seconda delle condizioni climatiche della zona: nelle regioni con clima mite si mette a dimora in autunno tra ottobre-dicembre, nelle regioni caratterizzate da un clima invernale rigido e nevoso invece l’impianto va fatto in tarda primavera per evitare la rottura dei rami sotto il peso della neve e danni strutturali a causa dei venti forti.

Ecco cosa fare per impiantare ed ancorare ben bene nel terreno un cipresso di 2-2,5 metri di altezza.

  1. Si scava una buca profonda 60 cm e larga 80 cm.
  2. Si stratificano sul fondo di essa 3-5 kg di del letame maturo.
  3. Si copre il letame con uno strato di terriccio universale e per favorire il drenaggio anche un po’ di pietrisco.
  4. Si estrae il cipresso dal vaso esercitando una pressione sulle pareti.
  5. Si  mette a dimora la pianta con tutto il pane di terra che avvolge l’apparato radicale.
  6. Si riempe la buca con il terreno di scavo e lo si pressa con i piedi. Il terreno deve arrivare fino al colletto della pianta ovvero la parte che fuoriesce dal pane di terra.
  7. Si pratica una piccola conca o anello intorno al tronco e poi si irriga abbondantemente.
  8. Si legano a metà altezza del tronco tre tiranti di corda. Si tendono fino a terra e si fissano al suolo con dei robusti picchetti. Questa operazione è necessaria per assicura un buon ancoraggio della pianta ed evitare che vada giù alle prime forti folate di vento.
  9. I tiranti vanno lasciati sino al secondo-terzo anno dalla messa a dimora.

Cipresso-potatura

Potatura

Il cipresso va potato una o due volte all’anno per mantenere la forma compatta della chioma.  Generalmente si eliminano i rami secchi, quelli spezzati dal vento e si accorciano quelli laterali troppo lunghi che fuoriescono dalla sagoma della chioma. La potatura va fatta utilizzando attrezzi specifici ben affilati e disinfettate alla fiamma o con la candeggina. Per contenere la crescita si spunta la pianta per circa 1/5 dell’altezza.

Parassiti e malattie del Cipresso

Il cipresso, come la Thuja e il Ginepro, viene attaccato dagli afidi (Cinara cupressi) che si annidano tra i rami più interni e succhiando la linfa ne causano progressivamente l’essiccamento compromettendone notevolmente il valore estetico. L’albero infestato dagli afidi infatti produce melata, una sostanza zuccherina che favorisce lo sviluppo della fumaggine una malattia fungina che provoca annerimenti della vegetazione e si sviluppa soprattutto durante i mesi primaverili e in autunno con il clima umido e piovoso.

Soffre il cancro corticale una patologia che si manifesta con vistose chiazze rigonfie e rossastre sulla corteccia seguite da profonde lesioni che se non curate potrebbero portare alla morte della pianta nonostante la sua naturale tendenza ad ostacolarle formando attorno ad esse delle cicatrici callose. La corteccia e il legno del cipresso vengono seriamente danneggiate anche da alcune specie di coleotteri (hilobyus abietis, hylotrupes bajulus e zeuzera pyrina), che scavano lunghe gallerie all’interno dei rami o di tronchi sottili. Inoltre questo albero dal portamento elegante viene danneggiato anche da malattie batteriche e virali.

Cure e trattamenti

La lotta alle infestazioni di varia natura vanno prevenute nebulizzando, in primavera e in autunno,  la chioma e il tronco con prodotti a base di zolfo nebulizzando. Le parti della pianta affette dai cancri invece vanno tagliate, bruciate e le ferite inferte vanno trattate con pasta cicatrizzante.

Cipresso-Usi

Usi

Il cipresso viene utilizzato a scopo ornamentale soprattutto in Toscana, nelle zone costiere come frangivento con una piantagione in lunghe file a formare vere e proprie barriere. Fin da tempi antichissimi era usato per adornare tombe.

Il suo legno duro, pregiato, gradevolmente profumato e immarcescibile è molto apprezzato nella costruzione di navi, per la produzione di mobili, oggetti di arredo e lavori di ebanisteria.

I galbuli, ricchi di tannino ed olio essenziale, vengono usati nell’industria farmaceutica per le loro spiccate proprietà vasocostrittrici, febbrifughe, astringenti intestinali e toniche.

Cipresso Goldcrest Wilma-moltiplicazione

Varietà di Cipresso

Oltre al Cupressus sempervirens esistono una ventina di specie appartenenti a questo genere di conifera adatte  ad essere coltivate nei giardini delle zone a clima più mite come:

  •  il Cupressus macrocarpa o Cupressus Goldcrest Wilma, una specie a sviluppo eretto, con chioma conico-piramidale affusolata fronde a ventaglio di colore verde chiaro tendente al giallo adatta ad essere coltivata o anche in vaso e come pianta da interni in composizioni miste con piante fiorite o altre conifere nane. Pianta rustica, che predilige zone soleggiate lontano da correnti d’aria, non teme il gelo e nemmeno le alte temperature.
  • il Cupressus arizonica Greene o cipresso dell’Arizona, una specie a portamento colonnare con foglie di colore verde-grigio che emanano un odore sgradevole.
  • il Cupressus glabra Sudw o cipresso argentato o levigato, impiegato soprattutto per la formazione di siepi.

Curiosità

L’introduzione del cipresso in Italia risale a tempi antichi e sembra che la sua diffusione sia avvenuta ad opera dei Fenici e degli Etruschi. Per la forma simile alle mani giunte in preghiera è da sempre utilizzato nei cimiteri per onorare i morti ed è considerato simbolo di vita e di morte.

Ad arrecare danni a chi soffre di allergia da polline sono solo i fiori maschili del cipresso che si aprono con la sua fioritura.

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