Cardiocrinum giganteum – Giglio gigante
Il Cardiocrinum giganteum conosciuto come Giglio gigante dell’Himalaya è una bulbosa perenne, alta e dall fioritura spettacolare.
- Caratteristiche generali del Cardiocrinum giganteum
- Fioritura
- Coltivazione del Cardiocrinum – Giglio gigante
- Esposizione
- Terreno
- Annaffiature
- Concimazione
- Cardiocrinum – Giglio gigante: coltivazione in vaso
- Rinvaso
- Moltiplicazione del Cardiocrinum
- Propagazione per divisione dei bulbi
- Semina
- Impianto dei bulbi
- Potatura
- Parassiti e malattie del Cardiocrinum
- Cure e trattamenti
- Varietà di Cardiocrinum
- Cardiocrinum giganteum yunnanensis
- Cardiocrinum cathayanum
- Cardiocrinum cordatum
- Usi
- Tossicità
- Curiosità
- Galleria foto Gigli
Caratteristiche generali del Cardiocrinum giganteum
Il Cardiocrinum giganteum è una bulbosa della famiglia delle Liliaceae, originaria dell’Himalya, della Cina e del Giappone, diffusa allo stato spontaneo nelle foreste e nelle boscaglie. Nei luoghi di provenienza questo giglio gigante supera i 4 metri di altezza mentre a nelle nostre zone difficilmente raggiunge i 2 metri.
Il Cardiocrinum nasce da un robusto bulbo che produce a sua volta numerosi bulbilli laterali. Il bulbo madre o principale dopo la fioritura si esaurisce e muore, lasciando così ai bulbilli il compito di produrre altre piante e altre splendide fioriture, nel corso degli anni.
La pianta di Giglio gigante produce lunghi steli cilindri di colore verde che spuntano al centro di grandi foglie decidue e generalmente raggiungono i 2 metri di altezza.
Le foglie sono basali e cauline, entrambe decidue. Le foglie basali sono grandi, ovate-cuoriformi, disposte a formare una folta rosetta alla base degli steli. Le cauline invece sono più piccole e distribuite a spirale lungo gli steli fino alla base dell’enorme infiorescenza. Le lamine fogliari sono lisce, lucide, a margini interi e di colore verde scuro.
I fiori del Giglio dell’Himalaya sono raggruppati in un’enorme infiorescenza, portata sulla cima di uno stelo alto circa 2 metri. Ciascuna infiorescenza è formata da 20 a 40 fiori profumatissimi alla vaniglia con la forma di tromba stretta e allungata, rivolta all’ingiù con corolla composta da petali bianchi o crema, con screziature longitudinali porpora o brune.
I frutti sono dei baccelli gonfi, lisci e verdi, che a maturazione virano al marrone chiaro, si aprono e liberano i semi racchiusi all’interno.
I semi, avvolti da una pellicola cartacea, sono tondi, piatti e di colore scuro. Quando cadono sul terreno umido e fertile, danno vita a nuove piante di Cardiocrinum.
Fioritura
Il Cardiocrinum fiorisce in estate, generalmente da Luglio ad Agosto.
Coltivazione del Cardiocrinum – Giglio gigante
Esposizione
Il Cardiocrinum ama i luoghi leggermente ombreggiati e riparati dai venti forti. Teme il caldo eccessivo dei mesi estivi e anche se resiste a temperature invernali di circa -15° C, nelle regioni con climi invernali molto rigidi si consiglia di proteggere i bulbi dal gelo persistente con uno strato di una buona pacciamatura organica.
Terreno
Il Cardiocrinum come altre varietà di bulbose richiede un terreno soffice, ricco di sostanza organica, ben lavorato, soprattutto ben drenato, con pH neutro o leggermente acido. Nel terreno duro e scarsamente drenante, i ristagni idrici provocano il marciume dei bulbi e quindi la morte delle piante.
Annaffiature
Sono piante che amano i terreni umidi e pertanto vanno regolarmente annaffiati ma senza eccessi nella fase vegetativa e nel periodo della fioritura. Apporti idrici troppo abbondanti potrebbero essere causa di marciumi radicali.
Concimazione
Prima dell’impianto dei bulbi in piena terra o in vaso concimare il terreno con stallatico maturo o con prodotti specifici per bulbose anche granulare a lenta cessione. Una volta a settimana è utile anche un concime ricco in potassio (K).
Cardiocrinum – Giglio gigante: coltivazione in vaso
Questa spettacolare pianta esotica può essere coltivata anche in vaso purchè adatto a sostenere la sua possente vegetazione. In ogni vaso, largo e profondo non meno di 50 cm, va impiantato un solo bulbo.
Rinvaso
Le piante di Cardiocrinum vanno rinvasate quando le radici fuoriescono dai fori di drenaggio dell’acqua e i bulbilli emessi lateralmente da quello madre risultano troppo costretti e ravvicinati. Il vaso deve avere un diametro più grande del precedente. In alternativa si può utilizzare lo stesso vaso dopo aver diradato i bulbilli. Su fondo del vaso va posto del materiale drenante, poi terriccio nuovo, fresco e fertile misto a una manciata di sabbia.
Moltiplicazione del Cardiocrinum
Nuove piante si possono ottenere per seme e mediante la divisione dei bulbilli.
Propagazione per divisione dei bulbi
Questa tecnica di propagazione agamica viene preferita alla semina e si effettua nel mese di ottobre. Si estraggono i bulbi dal terreno, si dividono i bulbilli laterali sani portanti radici già sviluppate e si piantono subito nel terreno adatto, esposto sempre all’ombra parziale.
Semina
Anche per la semina il mese adatto è Ottobre. I semi vanno posti a germinare in vasi o cassette contenenti un terriccio specifico, umido e fertile. Si interrano a 1 cm di profondità e si mantiene il substrato sempre umido con frequenti nebulizzazioni, coperto con un foglio di pellicola trasparente fino alla comparse delle giovani piantine che solo quando appariranno facili da maneggiare, si ripicchettano in vasi e coltivate in essi per 3-4 anni prima di essere messe definitivamente a dimora. Le piante di Cardiocrinum ottenute da seme impiegheranno 6-7 anni prima di fiorire.
Impianto dei bulbi
I bulbi di Giglio gigante, come tante altre bulbose, si impiantano in autunno nel terreno ben lavorato, soffice e ricco di sostanza organica.
I bulbi vanno interrati con la punta rivolta verso l’alto in buche profonde 20 – 25 cm, drenate sul fondo e distanti tra loro almeno 1 metro. Dopo l’impianto si annaffia ben bene il terreno e successivamente solo al bisogno.
Potatura
La pianta non richiede potatura. Basta solo asportare via via le foglie che seccano per evitare che marcendo possano essere veicolo di pericolose malattie fungine.
Parassiti e malattie del Cardiocrinum
Questa pianta teme l’attacco degli afidi neri o pidocchi che formano dense colonie nerastre sugli steli, nelle ascelle fogliari e sui fiori ancora in boccio. Tra gli insetti il nemico più temuto è il crioceride del giglio, un coleottero rosso pericoloso sia allo stadio adulto sia allo stadio larvale. Le foglie più tenere vengono rovinate da limacce e chiocciole mentre i bulbi sono sensibili alle infestazioni delle muffe del genere Penicilium che si manifestano solitamente durante l’inverno o la primavera.
Cure e trattamenti
Per prevenire le infestazioni da muffe è sufficiente collocare i bulbi in zone fresche e con un adeguato arieggiamento. Gli afidi possono essere combattuti con antiparassitari biologici come l’antiparassitario all’ortica, l’antiparassitario all’aglio (all’esterno) o quello al piretro.
Varietà di Cardiocrinum
Cardiocrinum giganteum yunnanensis
Questa varietà a differenza dal Cardiocrinum giganteum è di dimensioni più contenute. Durante il periodo della fioritura produce infiorescenze profumate composte da fiori bianchi. I bulbi sono marrone scuro o violacei.
Cardiocrinum cathayanum
Il Cardiocrinum cathayanum è una specie originaria della Cina, diffuso nelle province di Anhui, Fujian, Henan, Hubei, Hunan, Jiangsu, Jiangxi e Zhejiang. In Luglio -Agosto produce infiorescenze a racemo composte da 3 a 5 grandi fiori vistosi. I bulbi di questa specie sono di colore marrone chiaro. Va coltivato all’ombra parziale nel terreno umido ma non fradicio.
Cardiocrinum cordatum
Il Cardiocrinum cordatum è una specie originaria del Giappone, alta circa 18o cm. Le foglie, disposte a formare una rosetta basale alta 30-60 cm, sono verdi con riflessi ramati. In Luglio-Agosto la pianta produce fiori a trombetta lunghi fino a 15 cm con petali bianco-crema, screziati di giallo e con piccole macchie rosso porpora. Questa specie come le altre cresce bene nei terreni umidi ma va protetta in primavera dalle gelate tardive.
Usi
Le piante di Giglio gigante vengono coltivate nelle zone ombrose dei giardini pubblici e privati, in quelli naturalizzati e in vaso per abbellire cortili, balconi e terrazze.
Tossicità
Il Cardiocrinum non è una pianta tossica né per l’uomo né per gli animali.
Curiosità
Il Cardiocrinum descritto per la prima volta nel 1836 da Endlicher deve il suo nome alla forma delle foglie, dal greco kardia, cuore e krinon, che significa giglio.
In Italia la pianta è conosciuta come Cardiocrino.