Giglio di mare – Pancratium maritimum: la pianta rara che puoi anche coltivare in casa

Revisore:
Laura Bennet
  • Docente sc. biologiche
Autore:
Ermelinda Gallo
  • Autore - Laurea in Giurisprudenza

Conosciamo da vicino il giglio di mare (Pancratium maritimum), o giglio marino: scopriamo le caratteristiche di questa pianta, dove cresce, quando fiorisce, di che tipo di cure ha bisogno. Quando annaffiare il giglio di mare, come coltivarlo, dove posizionarlo in giardino, terrazzo o balcone: tutto quello che occorre sapere a proposito di questa bulbosa tipica del Mar Mediterraneo.


Il giglio marino (Pancratium maritimum) è una pianta bulbosa della famiglia delle Amaryllidaceae, come il narciso e il bucaneve, e cresce spontaneamente sui litorali sabbiosi. Viene chiamato in tanti altri modi: giglio di mare, giglio di Sardegna, pancrazio marino, tuberosa, tuberosa coronata o di mare e corona del re marittimo.

Lo si trova facilmente sulle spiagge dei Paesi che si affacciano sul Mar Mediterraneo, oltre ai litorali del Mar Nero. Coltivarlo è possibile: grazie alla sua bellezza è una delle piante ornamentali più apprezzate dagli appassionati di floricultura. Vediamo in questo articolo come prendersene cura, scopriamo le sue caratteristiche principali e capiamo se e in che modo coltivarlo nei nostri giardini o sui nostri balconi.

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Photo by Roberto Zilli- Shutterstock

Caratteristiche generali

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Il Pancratium maritimum (dal greco pan: tutto e cratos: potere) deve il suo nome alle virtù medicinali che, già dall’antichità gli venivano attribuite. Pur essendo conosciuto col nome di giglio appartiene alla famiglia delle Amaryllidaceae, ordine degli Asparagales. Della sua stessa famiglia fanno parte altri fiori ornamentali molto amati come il narciso e il bucaneve.

Si tratta di una pianta perenne bulbosa che presenta infiorescenze “ad ombrella”: i fiori, che sbocciano in gruppi che vanno dalle 3 fino alle 15 unità per pianta, possono arrivare a 17 cm di altezza. Hanno petali bianchi e un peculiare profumo, particolarmente intenso e simile a quello del giglio. Il suo fusto può superare i 30 cm e le foglie sono di colore verde chiaro, ampie e lineari.

Il frutto del Pancratium è rappresentato da una sorta di capsula entro la quale sono contenuti i semi, irregolari, neri e lucidi, molto leggeri e in grado id galleggiare. Della sua impollinazione, nel suo ecosistema naturale, si occupano delle caratteristiche falene tipiche dei territori costieri della famiglia delle Sphingidae; in alcuni territori, quali le isole Baleari, provvedono anche dei rettili simili a piccole lucertole nere (lucertole baleariche).

Il giglio di mare, detto anche narciso di mare, è una bulbosa protetta che cresce spontanea sui litorali sabbiosi di molte regioni italiane. E’ possibile ammirare le fioriture sulle spiagge dei litorali campani, pugliesi, calabresi, siciliani e sardi: le dune sabbiose rappresentano il suo habitat naturale. All’estero, lo si può ammirare in vari Stati, dal Portogallo, Isole Canarie e Baleari ma anche sulle spiagge di Palestina, Israele, Siria e persino in Bulgaria.

Fioritura

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Photo by C Mariz- Shutterstock

Il periodo in cui compaiono i bei fiori bianchi sulle piante corrisponde ai mesi estivi, da giugno ai primi giorni di settembre. In estate, infatti, durante il periodo della fioritura, sugli steli, che si presentano carnosi e tubulari, sbocciano i vistosi fiori bianchi, imbutiformi e profumati, che molti associano ai gigli, proprio per via del loro profumo, che si apprezza soprattutto nelle ore notturne quando non c’è troppo vento. Come i narcisi, presentano una doppia corolla di petali, sei lunghi stami e un robusto pistillo centrale. Come abbiamo già detto, dell’impollinazione si occupano piccoli insetti tipici dei litorali, soprattutto le falene, ma anche altri abitanti delle dune, quali piccoli rettili.

Ai fiori seguono i frutti: si tratta di coriacee capsule di colore verde scuro. Una volta raggiunta la giusta maturazione, esse si aprono, disseminando sulla sabbia i peculiari semi neri: dalla forma irregolare, sono tanto leggeri da poter anche galleggiare, venendo perciò propagati anche grazie all’acqua di mare e alle correnti.

Attenzione: i semi del Pancratium maritimum o giglio marino sono velenosi e pericolosi per l’uomo e gli animali domestici, quindi occhio se si decide di coltivarlo in case dove ci sono bambini, cani e gatti.

Coltivazione

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Photo by Michele Ursi- Shutterstock

E’ bene ricordare che si tratta di una specie protetta in molte regioni: cogliere gigli di mare è vietato, esattamente come costituisce un illecito alterare il suo habitat naturale, costituito dalle dune sabbiose presenti sui litorali. Il crescente sfruttamento delle nostre spiagge sta portando a un drastico restringimento delle zone in cui il giglio marino e altre specie vegetali endemiche crescono. Si consiglia perciò di ammirare i fiori in natura senza coglierli.

Se volete tentare di coltivarlo in casa a partire dai semi, ecco le indicazioni generali per procedere.

Esposizione

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Photo by Barelli Paolo- Shutterstock

Per crescere e svilupparsi rigogliosamente, il giglio di mare necessita di luoghi soleggiati e caldi. Importantissima l’esposizione: questa bulbosa preferisce l’esposizione a Sud.

Crescendo sui litorali marini, ed essendo una pianta spontanea, si dimostra una pianta molto resistente ad alcuni fenomeni atmosferici come il vento: anche su spiagge particolarmente ventose, il giglio sopravvive, adattando l’orientamento dei suoi fiori che possono perciò crescere non perfettamente dritti ma incurvati.

Anche su un terrazzo esposto al vento e con tanto sole, quindi, questa pianta ha ottime chances di crescere rigogliosa.

Terreno ideale

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Photo by govindamadhava108- Shutterstock

Il giglio marino, come già detto, cresce sui litorali. Va da sé che, per svilupparsi bene, ha bisogno di uno specifico tipo di terreno. Necessiterà, perciò, di un terreno sciolto, composto in percentuale maggiore di sabbia, ricco di sostanze organiche e ben drenato.

Come per molte altre specie vegetali, occorrerà fare attenzione alla percentuale di umidità del terreno onde evitare marcescenza radicolare, che porterebbe alla morte dell’esemplare.

Annaffiature

Photo by annawaldl – Pixabay

Il giglio di mare non chiede tanta acqua. Ha bisogno di scarse e sporadiche annaffiature, soprattutto si consiglia di procedere solo quando il terreno è completamente asciutto. Perciò, in caso di dubbi, è sempre consigliato di controllare infilando delicatamente un dito nel terreno mixato alla sabbia e verificare la percezione di umidità nello stesso.

Concimazione e sarchiatura

Concime quale scegliere per le piante da balcone 2

Il periodo migliore per procedere alla concimazione del giglio di mare è la primavera. Durante questi mesi, da fine marzo ai primissimi giorni di giugno, si può somministrare del concime specifico per bulbose o piante da fiore. Tuttavia ricordiamo che, trattandosi di una pianta spontanea in natura, potrebbe non essere necessario somministrare concime al giglio: quello che si consiglia di fare è pensare a una periodica sarchiatura. Si tratta di un’operazione semplice che consiste nel liberare, con delicatezza, la pianta coltivata da tutte le erbe infestanti che, eventualmente, compaiono attorno allo stelo e minacciano lo sviluppo delle radici.

Per scegliere il tipo di concime più adatto a una determinata pianta, in caso di dubbi, si consiglia di approfondire con questo articolo e scoprire la tipologia di fertilizzante più indicata.

Moltiplicazione e impianto dei bulbi

Photo by JillWellington – Pixabay

Come si può moltiplicare il giglio di mare? Si procede con la cosiddetta moltiplicazione agamica: si potranno far sviluppare nuove piante per mezzo dei bulbilli che si sviluppano attorno al bulbo della pianta originaria. Vanno raccolti e separati. Il periodo indicato per questa operazione è l’inverno, quando la pianta entra in fase di dormienza. Dopo la divisione dei bulbilli dal bulbo madre, entrambi andranno piantati repentinamente: si suggerisce di prestare particolare attenzione durante queste fasi. Durante la separazione dei bulbilli dal bulbo, evitare di danneggiare la madre e comprometterne l’integrità.

I bulbi si mettono a dimora in primavera o in autunno con la testa rivolta verso l’alto in buche profonde circa 5 cm o il doppio della loro lunghezza. I bulbi vanno conservati in luoghi freschi e asciutti fino al momento dell’impianto.

Il giglio di mare è velenoso?

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Photo by Olga Savoskula- Shutterstock

E’ bene prestare molta attenzione: si tratta di una pianta tossica e, perciò, dannosa per la salute dell’uomo. Ciò a causa di alcune sostanze velenose che il fiore secerne, quali alcaloidi e licorina.

Da questa pianta, tuttavia, è possibile estrarre anche un particolare alcaloide, la galantamina, noto per i suoi impieghi in campo medico: negli Usa, farmaci con questo alcaloide vengono prescritti, fra l’altro, come integratori dietetici, per supportare la memoria e favorire l’attività onirica.

E’ stato sperimentato anche nella cura di patologie neurologiche quali, ad esempio, l’Alzheimer.

Giglio di mare Pancratium Maritimum: foto e immagini

Caratteristiche, cure e attenzioni per coltivare il giglio di mare: tutto quello che c’è da sapere su questa pianta bulbosa tipica dei litorali. Come fare per coltivare il giglio marino, o Pancratium maritimum anche a casa, in giardino o su terrazzo e balcone: nella nostra galleria fotografica, le immagini più belle di questo meraviglioso fiore bianco tipico delle spiagge più belle d’Italia e non solo.