Superbonus, perchè non conviene
Il nuovo Superbonus conviene ancora dopo le modifiche del Governo Meloni o è meglio ripiegare su altre agevolazioni o addirittura farne totalmente a meno? Vediamo chi favorisce e chi ne beneficerà al meglio, oltre capire il perchè di questo drastico stop.

Non si placano le polemiche in seguito alle modifiche del Superbonus volute dal Governo Meloni. Principalmente, gli utenti e gli operatori del settore sono rimasti sconvolti dallo stop drastico dello sconto in fattura e della cessione dei crediti. Ma se prima c’era qualche riserva, sembra che ci siano pochi dubbi in merito alla convenienza del nuovo Superbonus per gli interventi edilizi.
Nato come aiuto per chi non riusciva a permettersi una ristrutturazione, voleva rendere la sua casa più ecosostenibile. Oppure, come avevamo parlato nella nostra guida, effettuare dei lavori urgenti come la messa a norma per la sicurezza antisismica. Ora sia il Superbonus, sia l’Ecobonus come gli altri bonus edilizi, dal punto di vista fiscale, potrebbero essere usufruiti solo da pochi. E in vista della direttiva UE per le case green, la situazione rischia di diventare fuori controllo.
Perchè non conviene il Superbonus

Purtroppo, a conti fatti, la misura favorisce chi ha un reddito alto o chi può permettersi di affrontare i costi dei lavori. Infatti, i bonus esistenti avranno solo l’agevolazione fiscale della detrazione in sede di denuncia dei redditi, e comunque non del 110% bensì del 90%. Inoltre, non tutto l’importo subito: di solito, 10 rate di pari importo che verranno erogate annualmente. Ricordiamo che il Governo ha varato il decreto sui bonus edilizi interrompendo dal 16 febbraio 2023 lo sconto in fattura da parte delle imprese e la cessione dei crediti per i lavori non iniziati o per quelli per i quali non è stata presentata la Cilas.
Sia chiaro, non stiamo dicendo che il Superbonus come gli altri bonus edilizi non convengano a prescindere. Solo il proprio commercialista può garantire o meno se questo beneficio fiscale sia adatto alla propria situazione. Sicuramente, con la cessione del credito e soprattutto con lo sconto in fattura, la misura era più immediata e aiutava il cliente a pagare di meno. A patto di avere tutta la documentazione in regola e avere la controprova dei pagamenti mediante bonifico parlante.
Tuttavia, il drastico stop è stato causato soprattutto da operatori e clienti complici che hanno messo in piedi vere e proprie truffe. Secondo le stime del Governo, il Superbonus è costato circa 2000 € a italiano. Inoltre, non è partito molto bene. Tanti vuoti legislativi che hanno permesso addirittura la cessione del credito illimitata, prima che si intervenisse in tale senso. E prima del blocco delle due agevolazioni più gettonate, addirittura ci si è resi conto che i soldi non bastavano per tutti.
Superbonus e bonus edilizi, che cosa è andato storto
Le varie associazioni di categoria stanno protestando per i crediti bloccati che rischiano di far mandare al collasso molte imprese. Con conseguente perdita di posti di lavoro e bancarotta delle stesse. Infatti, il nodo sui crediti incagliati è cruciale per garantire liquidità immediata.
Ad esempio, Confedilizia ha richiesto una proroga fino alla fine di aprile per dare ossigeno al settore, ma probabilmente questa scadenza sarà anche posticipata. Tuttavia, ci sono tanti tecnici che definiscono i bonus edilizi come non sostenibili. Però la gestione del Governo su questo nodo è stata avventata. Si doveva procedere in modo graduale per consentire alle imprese di terminare i lavori. Nonostante il Superbonus stesso è stato definito insostenibile sin dall’inizio. Troppi cambiamenti, troppe congestioni nel settore già provato per gli aumenti dei prezzi, aumento di costi di forniture e servizi per l’effetto boomerang della guerra Russia-Ucraina e pressioni esterne per ripristinare questa agevolazione, che di fatto era solo temporanea.
Anche lo sconto è stato esagerato: per coprire il costo dell’efficientamento energetico bastava meno del 110, infatti ha dato adito a truffe e abusi essendosi dimenticati, almeno all’inizio, di effettuare controlli massicci. Gli italiani saranno mossi dalla coscienza ecologica o rinunceranno ai lavori di adeguamento in attesa di tempi migliori?