Legittima da rivendicare: quali sono i familiari che possono farsi avanti

Autore:
Laura Scarpellini

La legittima è una quota di eredità riservata per legge a determinati parenti del defunto, indipendentemente dal contenuto del testamento. Questa suddivisione del patrimonio mira a garantire ai parenti prossimi una parte delle risorse ereditarie. Ma chi sono i parenti aventi diritto alla legittima e come si calcolano le relative quote?

Parenti
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Chi ha diritto alla legittima?

La legge italiana assegna la legittima a diverse categorie di parenti del defunto. Ecco quelle più note:

  • Coniuge: il coniuge ha diritto alla legittima, a meno che non vi sia una sentenza di divorzio. La separazione legale di fatto non elimina il diritto di legittima, a meno che un tribunale non assegni il cosiddetto “addebito” al coniuge. L’addebito è assegnato in caso di infedeltà, violenza, abbandono immotivato, maltrattamenti, omessa assistenza, o mancata contribuzione ai bisogni familiari. Il coniuge con addebito andrà a perdere di fatto il diritto alla legittima.
  • Figli: i genitori non possono diseredare i figli, ma i figli possono farlo se i genitori sono stati dichiarati decaduti dalla potestà genitoriale.
  • Ascendenti: gli ascendenti (principalmente i genitori) ereditano solo se non ci sono figli. In tal caso, ricevono una parte della legittima.

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Come vengono calcolate le quote

E’ bene sapere che le  quote di legittima variano a seconda dei parenti che partecipano alla divisione dell’eredità. Cerchiamo di fare un pò di chiarezza sulla modalità che va a determinare il calcolo delle quote:

  • Coniuge e figli: se il defunto lascia solo un coniuge, questi ha diritto a metà dell’eredità, mentre se lascia anche un figlio, il coniuge riceve un terzo e il figlio un terzo. Se ci sono più figli, il coniuge riceve un quarto e i figli si dividono l’altro quarto.
  • Coniuge e ascendenti: se non ci sono figli, il coniuge riceve la metà dell’eredità, mentre gli ascendenti ricevono un quarto.
  • Figli senza coniuge: se il defunto non lascia un coniuge o aveva divorziato, il figlio unico ha diritto alla metà dell’eredità. Se ci sono più figli, ricevono due terzi, mentre il restante terzo è la quota disponibile.
  • Nessun coniuge, nessun figlio: in mancanza sia di coniuge sia di figli, un terzo dell’eredità è riservato agli ascendenti in vita da dividere tra loro in parti uguali.

Per calcolare correttamente le quote di legittima, si andranno a sottrarre i debiti dal patrimonio del defunto, e ogni legittimario deve dedurre le donazioni ricevute dal defunto in vita, poiché si considerano come un anticipo della legittima.

Family
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Cosa accade se la legittima viene violata?

La gestione dell’eredità rimane in ogni cado una questione molto complessa e delicata, spesso caratterizzata da domande sulla possibilità di limitare l’eredità. Il Codice Civile italiano cerca in ogni caso di andare a conciliare la volontà del testatore con i diritti degli eredi legittimari.

Se il testatore non rispetta la quota di legittima riservata ai legittimari, essi possono agire in tribunale entro 10 anni dalla morte per far valere i loro diritti. Deve essere intentata un’azione di riduzione per lesione della legittima contro gli eredi che hanno ricevuto quote patrimoniali tramite testamento o beneficiari di donazioni fatte dal defunto in vita.

Da non dimenticare poi che spesso vengono a verificarsi delle situazioni a seguito della dipartita di un componente della famiglia, che richiedono oltre che l’intervento della nostra legislatura, anche una buona dose di buon senso, e sensibilità.