Elettrodomestici riparabili, arriva l’etichetta obbligatoria
Già presente da gennaio 2021 solo per smartphone e determinati attrezzi elettrici, l’etichetta di riparabilità obbligatoria permetterà finalmente di conoscere quante volte saranno riparabili gli elettrodomestici, quali parti sostituire e se tale operazione risulterà facile o difficile. E la UE pensa di renderla obbligatoria dalla Francia fino a tutti gli Stati membri per la maggior parte degli elettrodomestici. Una misura doverosa per contrastare l’obsolescenza programmata e il consumismo, a favore del riciclo e del riutilizzo.

Gli amanti del riciclo e del fai da te in fatto di riparazioni potranno tirare un sospiro di sollievo. Per ora ci riferiamo ai cugini d’oltralpe: infatti, in Francia è stato esteso l’obbligo di apporre l’etichetta di riparabilità a diversi elettrodomestici.
In realtà, i francesi sono a conoscenza di questo strumento che indica l’indice di riparabilità di un determinato prodotto, ma solo per smartphone, lavatrici ad oblò, tosaerba e TV. Finalmente, tale obbligo è stato esteso a una vasta categoria di elettrodomestici.
Questo provvedimento rientra nella legge anti spreco che interviene in modo ampio in vari settori per favorire il riciclo e l’economia circolare e che tanto piace all’UE. Infatti, contiene soluzioni mirate per un minor impatto ambientale e per inquinare meno. Ad esempio, è da qui che deriva l’obbligo di ricorrere all’acqua pubblica per esercizi commerciali quali bar e ristoranti.
Elettrodomestici, come funziona l’etichetta di riparabilità

Tornando all’etichetta di riparabilità, di fatto renderà gli elettrodomestici riparabili. Essa sarà composta da 5 criteri:
- Documentazione disponibile per riparatori e consumatori.
- Facilità di smontaggio e accesso strumenti.
- Pezzi di ricambio disponibili.
- Prezzo dei singoli ricambi.
- Altri criteri specifici per ciascuna categoria di prodotto.
Ogni criterio avrà un suo punteggio e la media dichiarerà l’indice di riparabilità partendo dal minimo 1 al massimo 10. Il suo scopo è quello di dichiarare con trasparenza quante volte un dato elettrodomestico sia veramente riparabile.
Il consumatore, vedendo questo strumento immediato, sarà agevolato ad acquistare elettrodomestici che possano essere aggiustati in caso di guasto. Ricorrere alla riparazione infatti inquina meno in confronto all’acquisto di un nuovo oggetto, soprattutto se si calcolano i costi di smaltimento dell’elettrodomestico guasto.
Elettrodomestici riparabili contro l’obsolescenza programmata
Sia in Italia, sia nel territorio UE ci si sta chiedendo se conoscere l’indice di riparabilità di un oggetto possa davvero essere utile per agevolare le riparazioni, diminuire l’impatto ambientale e soprattutto impedire obsolescenza programmata.
Si tratta di una strategia economica applicata dalle aziende per rendere il prodotto obsoleto dopo un certo periodo di tempo, obbligando di fatto i consumatori a comprare un nuovo modello più aggiornato.
Rendendo gli elettrodomestici riparabili e certificandolo con una etichetta, vincono tutti: le aziende potranno rivendere i pezzi di ricambio e non perderci per gli anni a venire, mentre i clienti potranno riparare il loro amato elettrodomestico risparmiando, ritardandone la sostituzione.
L’obbligo in territorio francese sarà esteso a prodotti quali lavatrici a carica dall’alto, lavastoviglie, idro pulitrici cablate e non ad alta pressione e robot aspirapolvere. E se vi piacerebbe tanto faticare meno in casa, perché non informarsi sugli ultimi ritrovati moderni in fatto di robot aspirapolvere e lavapavimenti controllabili con la voce?