Efficienza e transazione energetica edifici: stop alle case troppo energivore in Italia

Autore:
Elisabetta Coni

La UE ha intenzione di mettere al bando gli edifici abitativi troppo energivori per accelerare la transazione energetica verso fonti di energia rinnovabili e casa passiva. Entro il 2030, tutti gli immobili in classe energetica F o G dovranno subire una ristrutturazione allo scopo di raggiungere la classe E. Come sarà la situazione efficienza energetica delle case e ce la faremo a raggiungere l’obiettivo emissioni zero entro il 2050?

casa passiva
Teodor Muntean / Pixabay

Nel territorio UE tutti gli edifici dovranno essere ad emissioni zero entro il 2030. Mentre gli edifici esistenti, dovranno adeguarsi entro e non oltre il 2050 se sono immobili residenziali.

L’obiettivo primario per questa categoria è di raggiungere entro gennaio 2030 la classe energetica E, per diventare classe D entro il 2033. Ecco cosa prevede il testo revisionato della direttiva sulla prestazione energetica delle case che dovrà essere presentato entro il 9 febbraio 2023 presso la Commissione Energia del Parlamento Europeo.

Un testo che fa davvero discutere, anche se arrivato al Parlamento Europeo con modifica di date e non sono previste sanzioni o limitazioni alla vendita né alla locazione dei suddetti immobili.

Ma ovviamente, se non si rispetteranno i requisiti, ci saranno. In pratica, il destino della propria casa è appeso alla certificazione energetica di un edificio, chiamata anche APE e nella nostra guida dedicata alla certificazione APE degli edifici è spiegato come leggere le informazioni riguardo quando serve, chi la deve rilasciare e cosa deve esserci scritto per legge.

Efficienza energetica edifici, cosa dice la UE

gradi di efficienze energetica APE
Yip / Pixabay

La Commissione Europea ha quindi stilato una scaletta da seguire allo scopo di rendere gli immobili già esistenti in classe energetica inferiore molto più efficienti, ovvero:

  • gli immobili in classe F e G dovranno adeguarsi entro il 2030;
  • entro il 2033 dovranno salire di una classe gli immobili in classe E;
  • entro il 2040, tutto gli edifici dovranno salire dalla D alla C;
  • infine entro il 2050 tutti gli immobili dovranno essere a zero emissioni.

Inoltre, per quanto riguarda gli edifici nuovi:

  • se di proprietà di enti pubblici, dovranno essere a emissioni zero entro il 2028;
  • entro il 2030, tutti ad emissioni zero.

Ci saranno eccezioni per:

  • edifici storici o rilevanti dal punto di vista architettonico;
  • immobili collocati in aree protette o con vincoli;
  • unità immobiliari utilizzate meno di 4 mesi all’anno e con un consumo energetico inferiore al 25% del consumo standard.

Si è convenuto che saranno gli Stati Membri ad adottare delle norme minime di prestazione energetica, basandosi sul quantitativo di energia primaria che essi possono utilizzare all’anno per mq. Praticamente, non si valuterà più il fabbisogno energetico del fabbricato, bensì anche il consumo energetico stimato.

Certificazione energetica edifici UE, la situazione in Italia

Inutile dire che il Belpaese è insorto, soprattutto perché in territorio italico, la casa è un diritto e soprattutto chi ha studiato e analizzato i vari aspetti per diventare a emissioni zero, non ha tenuto conto che in Italia, i privati sono proprietari, non le grandi società immobiliari come succede all’estero.

Inoltre, riclassificare gli edifici comporterebbe un ingente esborso economico, soprattutto se si vuole raggiungere la classe A. Attualmente, si tratta di un immobile a impatto energetico quasi a zero perché non si sprecano kWh di energia elettrica e di Smc di gas.

Significa che ogni singolo elemento serve solo a riscaldare e a far funzionare le opzioni della casa in modo corretto. Senza dimenticare:

  • rispetto norme antisismiche;
  • isolamento termico performante (cappotto termico di 10 cm);
  • impianto di riscaldamento ad alta efficienza;
  • acqua calda sanitaria con impianto a pannelli solari o riscaldamento a pavimento con fotovoltaico da abbinare al riscaldamento.

Sicuramente, ci sarà un dibattito infuocato su chi dovrà pagare i costi di questa transizione energetica e per rendere la casa più sostenibile. I costruttori e tutto il settore immobiliare sono preoccupati che i rincari dei prezzi, inevitabili per gli edifici di nuova costruzione, possono mandare in tilt il mercato. Sebbene, sia indubbio che per l’ambiente sarebbe una vera manna. Almeno sulla carta.