Nuovo regolamento UE sul metano per ridurre le emissioni: cosa hanno deciso
Il Parlamento Europeo ha votato a maggioranza un nuovo giro di vite sulle emissioni, anche quelle del gas importato. La nuova misura approvata obbligherà dal 2025 i paesi UE a fissare obiettivi al 2030 di riduzione delle emissioni di metano, con controlli più frequenti, anche sullo stato della rete.

Il nuovo regolamento dell’Unione Europea sul metano è stato approvato con 499 voti favorevoli, 73 contrari e 55 astenuti.
Il risultato ottenuto è importante, anche se fino all’ultimo si è concretamente corso il rischio che l’accordo fosse limitato al solo gas prodotto in Europa, tralasciando quindi le importazioni, che pesano però come noto per ben l’80% del totale.
Alcuni gruppi a Strasburgo spingevano per escludere dall’accordo proprio il gas di importazione, ma alla fine il regolamento non è stato indebolito. Se questo fosse avvenuto sarebbe stato praticamente inutile.
Tra i punti importanti del regolamento c’è obbligano per i paesi UE di fissare, entro il 2025, degli obiettivi nazionali di riduzione delle emissioni, con un piano che arrivi fino al 2030. Gli obiettivi fissati dovranno riguardare tutti i settori che vengono presi in considerazione dal regolamento stesso. Ai quali gli eurodeputati, in aggiunta all’energetico hanno deciso di aggiungere anche il petrolchimico. Previsto poi anche uno stop graduale per flaring e venting (entrambe pratiche diffuse, ma molto inquinanti).
Nuovo regolamento UE sul metano, ridurre perdite ed emissioni

Oltre a concentrarsi molto sulla riduzione graduale delle emissioni inquinanti, il regolamento UE affronta anche un altro tema delicato, quello delle perdite.
Per affrontare la tematica la Commissione Europea inizialmente aveva proposto un sistema di obblighi, per produttori e operatori, con specifiche azioni di monitoraggio e pronto intervento, quando necessario.
Strasburgo ha in fine mantenuto l’impianto generale del provvedimento, concentrandosi però in particolare sui controlli, che dovranno essere più frequenti e realizzati in tempi più stretti, per le riparazioni delle condotte che hanno perdite, più o meno significative.
Il regolamento si configura come un importante impegno per una maggiore protezione del clima e allo stesso tempo anche per una maggiormente efficace sovranità energetica in Europa.
Emissioni: in arrivo le limitazioni
Nel settore energetico, più che mai strategico oggi, ben 3/4 delle emissioni di metano possono essere evitate con misure semplici e senza grandi investimenti, ad esempio intervenendo sulla rete per limitare o idealmente eliminare anche del tutto le perdite.
L’Europa, come accennato, al momento importa più dell’80% dei combustibili fossili che utilizza, anche alle importazioni di energia è quindi fondamentale applicare standard più severi.
Ora si passa ad una nuova e strategica fase, quella dei negoziati fra Strasburgo e il Consiglio, per l’approvazione del testo definitivo, ma la strada pare ormai segnata e non dovremmo assistere a particolari stravolgimenti, ma solo a piccoli eventuali aggiustamenti.
Trovare un accordo ampiamente condiviso a livello europeo, tra tutti gli stati membri, in primis i maggiori consumatori di energia è come ovvio di fondamentale importanza per il futuro dell’Unione e dell’intero pianeta, con un occhio di riguardo alle nuove generazione, non è più tempo di sprecare e inquinare, gli strumenti per una gestione energetica più virtuosa ci sono, vanno solo applicati a dovere. I tempi sono maturi per farlo.