Pacciamatura delle bulbose primaverili

Revisore:
Laura Bennet
  • Docente sc. biologiche
Autore:
Maria Chiara Barsanti
  • Dott. in Relazioni Internazionali

Come effettuare la pacciamatura delle bulbose primaverili: in cosa consiste questa tecnica, come applicarla e tutte le novità del settore.

pacciamatura-bulbose-primaverili-3

Con il termine pacciamatura si intende una pratica largamente diffusa nel giardinaggio e in agricoltura ormai da molto tempo che consiste nello spargimento di pacciame (foglie secche, corteccia e stecchi) sul terreno in modo da proteggere le colture dalle intemperie e più in generale dagli sbalzi atmosferici.

Secondo alcuni, l’acquisizione di questa tecnica risale al momento in cui i nostri predecessori dovettero imparare a mettere al riparo i bordi dei rosai e delle siepi da folti strati di neve.

Coprire il terreno prima che arrivasse la neve, con strati di fogliame, stralci di erbe e perfino sterco naturale animale, serviva a salvaguardare i bulbi e le radici delle piante.

Così facendo c’erano più possibilità (non la certezza) che le fragili piante da giardino giungessero alla primavera con le radici protette dalle gelide nevicate dell’inverno.

Successivamente si è scoperto che questa pratica è ottima anche d’estate, laddove le temperature eccessivamente alte hanno lo stesso effetto dannoso di quelle al di sotto dello zero. In poche parole, la pacciamatura serviva per tenere al riparo dalla calura estiva le piante ornamentali più delicate che mostravano segni di sofferenza termica dovuta all’evaporazione dell’acqua.

Al giorno d’oggi questa operazione viene effettuata con tecniche all’avanguardia e ai materiali naturali si sono aggiunti (purtroppo o per fortuna) anche quelli plastici più facili da reperire. Il suo utilizzo è diventato a più ampio raggio e si è scoperto che è utile anche per tutelare le aiuole dall’insorgenza di fastidiose erbacce.

Infatti, la crescita delle erbe infestanti si blocca spontaneamente impedendo alla luce di arrivare al suolo ovvero interferendo nei meccanismi di competizione tra specie coltivate e piante erbacee. Così facendo, non sarà necessario ricorre a trattamenti chimici aggressivi.

pacciamatura-bulbose-primaverili-1

Come effettuare la pacciamatura delle bulbose primaverili

pacciamatura-bulbose-primaverili-4

Le bulbose primaverili, quelle a dimora in piena terra e quelle coltivate in vaso nelle regioni che presentano un clima molto rigido, hanno bisogno di protezione basale per evitare danni e traumi al loro fragile apparato radicale. Questi possono avvenire sia a causa delle gelate notturne sia delle temperature diurne troppo rigide.

Anche se durante l’inverno le bulbose sembrano essere in letargo, in realtà per fiorire ai primi tepori primaverili sono già al lavoro per generare la parte aerea con i suoi teneri germogli e, per aiutarle a sopravvivere anche in queste condizioni estreme, è opportuno proteggerle con un leggera pacciamatura di foglie secche o paglia da distribuire in modo omogeneo ai piedi delle piante.

La pacciamatura funziona come un isolante termico con duplice azione:

  • impedisce la perdita di calore che si è accumulato nel terreno con l’irraggiamento solare;
  • costituisce una barriera protettiva contro il gelo che tende naturalmente ad infiltrarsi negli strati più profondi del terreno.

Quando la pacciamatura diventa vecchia o comunque di tanto in tanto, è consigliabile rinnovarla per evitare che l’umidità accumulata nelle foglie e nella paglia possa essere il veicolo naturale di alcune malattie fungine che provocherebbero seri danni ai bulbi.

Verso la fine di febbraio o quando il periodo delle gelate è ormai alle spalle, la pacciamatura va rimossa completamente per consentire ai nuovi germogli di irrobustirsi mediante la fotosintesi e avere così l’energia indispensabile per coprirsi nuovamente di bellissimi fiori. Il loro spuntare decreterà l’arrivo ufficiale della primavera.

Tecniche moderne e novità del settore

pacciamatura-bulbose-primaverili-2

Al giorno d’oggi la pratica della pacciamatura si effettua in modi diversi. Un tempo il metodo naturale si eseguiva applicando uno strato di paglia alla base delle siepi oppure con trucioli di legno venduti appositamente per decorare le aiuole. Anche la corteccia di pino è utilizzata spesso, per fiori e bordure di varie specie.

Citiamo ad esempio i bulbi di tulipano e di giacinto, spesso coperti con questo tipo di pacciamatura sia per protezione contro l’erba spontanea e gli attacchi di insetti sia come vera e propria forma di abbellimento dell’aiuola che si verrà a creare in primavera.

Grazie anche a nuove tecnologie e materiali le tecniche da impiegare sono molteplici. Chi preferisce ancora la paglia (da mettere per 5 cm sul terreno) cita come peculiarità la sua capacità di trattenere al meglio l’umidità rilasciandola gradualmente per non far soffrire la pianta per assenza d’acqua.

Le ultime novità nel settore della pacciamatura sono i rotoli in poliuretano, una tecnica sintetica utilizzata per eliminare la crescita di erbacce. In alternativa, la fibra di iuta, venduta sotto forma di rotolo da stendere sul terreno, completamente biodegradabile.

Questa sua caratteristica, oltre a renderlo più sostenibile per l’ambiente, fa sì che non debba essere rimosso bensì arricchisca il terreno rilasciando lapillo vulcanico, ciottoli, sassolini di diverso formato e colore.

Infine, tra gli ultimi ritrovati elenchiamo macinatura di carta e cartone, anch’essi biodegradabili e non inquinanti.

Pacciamatura delle bulbose primaverili: immagini e foto

Ecco una gallery fotografica finale per riepilogare gli argomenti trattati.