Il piatto del Sud Italia che sta facendo innamorare i grandi chef stellati
Questa settimana scopriamo la stroncatura calabrese, un piatto tipico regionale molto antico, che ha origine nella Piana di Gioia Tauro. Una pasta ormai diffusa in tutta la Calabria, prodotta oggi anche a livello industriale e rivalutata in chiave moderna anche dai grandi chef. Vediamo insieme l’origine, come è composta e come possiamo prepararla questa settimana.

In occasione di TUTTOFOOD, la fiera di Milano che parte oggi e durerà fino all’11 maggio, il Pastificio Gioia presenterà la Struncatura.
In questa fiera infatti tradizione alimentare e innovazione si incontrano per dare vita a prodotti di qualità e rivalutare così il settore alimentare.
Così la stroncatura (struncatura in dialetto calabrese) verrà rivisitata in chiave moderna, utilizzando come ingredienti i prodotti tipici calabresi, come aglio, olio extravergine, pomodori secchi e pan grattato.
Quale migliore occasione per provare anche noi questo tipico piatto calabrese che ha origini antiche, inserendolo nel nostro menù settimanale.
Origini della stroncatura
Intorno al 1800 nella Piana di Gioia Tauro, zona commerciale molto attiva, ci fu una grande presenza di commercianti amalfitani. Sembra che furono loro a diffondere questa pasta, inizialmente destinata agli animali.
Secondo la tradizione venivano raccolti da terra i residui di farina e di crusca della molitura del grano, per impastarli e dare origine ad una pasta di colore scuro, la stroncatura appunto. Questa veniva venduta a prezzi molto bassi e comprata inizialmente dalle classi meno abbienti. Quando non veniva data in pasto a oche, galline e maiali se risultava essere troppo acida.
Oggi la potete trovare in tutte le trattorie della regione calabrese e anche in alcuni ristoranti di chef stellati.
Ovviamente per questioni igieniche ora viene prodotta solo con ingredienti di qualità e ancora a livello artigianale. Ma è senza alcun dubbio la sua produzione a livello industriale che ne ha permesso una più ampia diffusione.

Da piatto destinato solo alle classi meno abbienti e quindi considerato povero, la stroncatura è diventata oggi un piatto ricercato e prodotto sia a livello artigianale che industriale.
Vediamo insieme la sua composizione e con quali condimenti tipici calabresi possiamo accompagnarla.
Composizione della stroncatura
La stroncatura viene realizzata con semola di grano duro integrale, a livello industriale, e anche con sfarinati integrali di scarto a livello artigianale. Ha così un colore scuro e un aspetto ruvido e grossolano.
La forma, simile alle linguine, l’aspetto e la composizione le permettono di assorbire bene il condimento, che normalmente è preparato con ingredienti tipici della tradizione calabrese.
Condimenti per la stroncatura
Un tempo la stroncatura, consumata dalla popolazione più povera, veniva appositamente condita con sughi molto saporiti per coprirne l’acidità. Erano quindi spesso utilizzate le acciughe, ma anche i pomodori secchi, il peperoncino e l’aglio. Tutti ingredienti che fanno ancora parte della cucina tradizionale calabra.
C’è chi oggi la prepara anche con condimenti a base di pesce, come un ragù di pesce spada o della triglia accompagnata a cipollotti.
Noi vi suggeriamo anche un’altra versione, la stroncatura preparata con le tipiche cipolle di Tropea e i pinoli, un piatto che siamo certi delizierà i vostri palati.
Annotatevi tutti gli ingredienti che vi serviranno per il vostro menù settimanale, scegliendo già come condirete la stroncatura, che potrebbe essere un’idea e un’occasione di convivialità.
La potrete così assaggiare e gustare insieme ai vostri amici!