Decreto Comunità Energetiche: tutte le info utili dalla Ue

Autore:
Elisabetta Coni

Decreto CER: l’iter con la Commissione Europea è effettivamente iniziato e come obiettivo ci si pone il diffondersi di diverse forme di autoconsumo energia da fonti rinnovabili, ecco cosa prevede e i punti chiave da sapere. 

comunità energetiche
Photo by: Solarimo – Pixabay

Lo scorso 23 febbraio 2023, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha avviato l’iter con la Commissione Europea per approvare il decreto che incentiva la diffusione delle Comunità Energetiche. Il Decreto CER sarebbe una svolta per tutte le comunità che vogliono attuare la diffusione di forme di autoconsumo di energia rinnovabile.

La proposta del decreto CER, ci teniamo a precisare, non è ancora legge. Ci vorrà il via libera della Commissione Europea che lo farà entrare in vigore. Qualora il via libera fosse dato, ci sarà uno strumento che si baserà su due misure chiave per il diffondersi della Comunità Energetiche. Ecco le condizioni.

Decreto CER, i punti essenziali

fotovoltaico
Photo by: Ulrike Leone – Pixabay

Sono due i punti chiave del decreto CER:

  • incentivo in tariffa;
  • contributo a fondo perduto.

Questo dovrebbe dare benefici per tutte le tecnologie che si basano sull’energia rinnovabile, quindi il fotovoltaico, l’eolico, le biomasse e l’idroelettrico.

Il MASE spiega nel dettaglio anche le regole per le CER: chi vorrà associarsi in una configurazione di autoconsumo, potrà avere un incentivo in tariffa sulla quota di energia elettrica condivisa da impianti a fonti rinnovabili con potenza pari a 5 GW e fino al 2027.

Riassumendo, una Comunità Energetica Rinnovabile è una associazione di persone consumatrici di energia elettrica che si associano a livello locale e produrre questa risorsa necessaria per il proprio fabbisogno energetico mediante fonti energetiche rinnovabili. Essendo un soggetto giuridico, si dovrà redigere un atto costitutivo in cui riportare tutti i dati essenziali.

Come si diventa comunità energetica rinnovabile?

Per il contributo a fondo perduto, sarà fino al 40% dell’investimento e a valere sul PNRR ma come requisito essenziale per essere erogato, si dovrà far parte di comunità realizzate in Comuni sotto i 5mila abitanti. Si è scongiurato il pericolo prestito. Ma il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica è stato molto chiaro e ha stimato 2,2 miliardi dedicati alla Comunità Energetica Rinnovabile.

C’era bisogno di questo provvedimento? Certo, anche secondo il Ministro Pichetto. Lo scopo è dare all’Italia la possibilità concreta di usufruire delle rinnovabili e centrare l’obiettivo del Governo, ovvero decarbonizzazione entro il 2030 e l’autonomia energetica.

Resta solo da capire se la Commissione Europea approvi questa bozza di decreto affinché diventi realtà e sia attuabile in concreto. Potrebbe essere una buonissima occasione per il miglioramento tecnologico e lo sviluppo del mini eolico di cui avevamo parlato in una nostra guida dedicata, ma anche contribuire alla ricerca e sviluppo di altre energie rinnovabili già conosciute come il fotovoltaico in primis, ma anche la geotermica e perché no, anche l’energia idroelettrica e altri derivati dalla forza del mare.