Superbonus, i numeri spaventano: 30 miliardi di crediti bloccati
Superbonus, ancora 30 miliardi di crediti bloccati nei cassetti fiscali: è il deputato del M5S Emiliano Feni a svelare i veri numeri della misura di incentivazione introdotta dal Decreto Rilancio e che fa ancora discutere. Si attende ancora la piattaforma di Enel X e lo sblocco di Poste Italiane.

È semplicemente una vergogna. Ci sono ancora 30 miliardi di crediti d’imposta legati al Superbonus bloccati nei cassetti fiscali. È vergognoso aver promesso di sbloccare i crediti fiscali prima delle elezioni e poi aver fermato del tutto il meccanismo in un Decreto addirittura ribattezzato Dl cessione crediti fiscali. Così come è inaccettabile, da parte del Governo, l’ostinato rifiuto di approvare gli emendamenti sull’utilizzo degli F24 dei clienti bancari per facilitare la circolazione. È, infine, vergognoso aver promesso l’utilizzo di un non meglio precisato veicolo bancario, aperto anche alla partecipazione di Cassa depositi e prestiti, e di una piattaforma ad hoc: di questi due elementi si sono letteralmente perse le tracce. Siamo di fronte all’ennesima presa in giro di migliaia di imprese dell’edilizia, che hanno contribuito alla crescita del Paese, che sono state ipocritamente lusingate dal centrodestra in campagna elettorale e che adesso vengono scaricate.
La denuncia arriva da Emiliano Feni deputato del M5S dopo la presentazione di un’interrogazione al Ministero dell’Economia.
Superbonus, ancora bloccate le cessioni dei crediti

È ormai noto che le cessioni dei crediti stentano a ripartire e solo metà dei crediti collegati al Superbonus ha completato tutta la procedura per la vendita. La maxi agevolazione ha generato 30 miliardi di crediti bloccati nei cassetti fiscali, cioè crediti maturati ma ancora non ceduti. Nel frattempo si attende il via della piattaforma di Enel X e lo sblocco di Poste Italiane a nuove pratiche di cessione del credito.
Sull’argomento si è espresso anche il vicepresidente dell’ANCE Stefano Betti, intervenuto nel corso dell’audizione presso la Commissione Ambiente VIII della Camera.
Dire che oggi sono 30 miliardi è probabilmente corrispondente al vero ma diventeranno probabilmente di più se non si trovano soluzioni. Il sistema è già rallentato, quindi la seconda necessità che diventa immediatamente urgente è quella di una proroga perché al 31/12/2023 le imprese avevano programmato di finire i lavori del 110 ma non avendo liquidità non sono più in grado di finire.
Leggi anche Bonus condizionatori 2023: cosa devi sapereNon parliamo di nuovi cantieri ma parliamo di cantieri esistenti che hanno rallentato o fermato produzioni quindi hanno necessità di portare avanti queste date
ha spiegato il Vicepresidente Ance.
Detrazione in 10 anni
Attualmente, l’unica strada percorribile che è stata resa operativa è quella della detrazione in 10 anni: il provvedimento del 18 aprile è stato annunciato dall’Agenzia delle Entrate e la detrazione deve essere ripartita in 10 quote annuali di pari importo, nell’anno in cui è sostenuta la spesa e in quelli successivi.
Il contribuente che, pur avendone diritto, non ha usufruito dell’agevolazione in uno o più anni (ad esempio, per incapienza o perché esonerato dalla presentazione della dichiarazione dei redditi), nei successivi periodi d’imposta può comunque beneficiare della detrazione, indicando in dichiarazione il numero della rata corrispondente.