Parquet in bambu per una casa green?
La pavimentazione in legno da sempre è considerata la più elegante e confortevole. Cosa fare però quando si vuole rispettare l’ambiente e le proprio scelte green? Una soluzione viene dal bambu che, pur se molto usato, non deve essere trasformato in una coltivazione intensiva con tanto di pesticidi.
Fino a qualche anno fa la maggior parte delle persone aveva sentito parlare del bambu solo come cibo preferito del Panda, l’animale che più di ogni altro è diventato il simbolo del pericolo di estinzione. Oggi, però, la popolarità di questo elemento assolutamente naturale è cambiato raggiungendo dei livelli piuttosto elevati.
Nella ricerca di soluzioni alternative per rispettare il nostro pianeta, infatti, il bambu si è conquistato un ruolo da protagonista nella produzione di diversi elementi che vanno dal tessile agli accessori per la casa. Non è assolutamente strano, dunque, che abbia raggiunto anche l’universo della pavimentazione, diventando il perfetto sostituto del legno.
Tendenza di questi ultimi tempi, infatti, è proprio un parquet realizzato interamente in bambu che, oltre a garantire un aspetto naturale, non incide in nessun modo sull’armonia del pianeta. Ma come può accadere questo? Per prima cosa iniziamo con il dire che si tratta di una pianta flessuosa ma talmente forte e resistente da poter far a meno dell’intervento dei pesticidi per la sua sopravvivenza. In secondo luogo, poi, ha una crescita velocissima.
Questo vuol dire che l’utilizzo delle piante di bambù non incide in nessun modo sull’ecosistema, visto che si instaura un naturale ruota di sostituzione. Rispetto ad un albero, infatti, i tempi di riproduzione non sono nemmeno lontanamente paragonabili visto che si parla di 150 anni circa rispetto agli ad appena un triennio.
Certo, di fronte a questa nuova tendenza alcuni hanno espresso dei dubbi riguardo il rischio ti togliere un alimento fondamentale ai panda. Ma non c’è da avere paura. Queste timide creature, infatti, si nutrono principalmente di germogli e foglie solo di alcune specie. Ben più importante, invece, è prestare attenzione che non vengano organizzate delle coltivazioni intensive.