Isole minori in Italia: grosso guaio, la piena sostenibilità è ferma al 40%

Autore:
Elisa Cardelli
  • Autore - Laurea in Semiotica

Le splendide isole minori d’Italia, disseminate lungo le coste del paese, sono gioielli naturali che attirano visitatori da tutto il mondo. Questi paradisi isolati offrono paesaggi mozzafiato, acque cristalline e una ricca storia culturale. Tuttavia, nonostante la loro bellezza, molte di queste isole stanno lottando per raggiungere la piena sostenibilità. Attualmente, si stima che solo il 40% di queste isole stia adottando pratiche ecosostenibili per preservare l’ambiente fragile che le circonda.

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In Italia, le isole minori ancora si trovano ad una notevole distanza dal raggiungimento della piena sostenibilità. Su un totale di 27 piccole isole marine abitate che sono state prese in considerazione, l’Osservatorio di Legambiente e il Cnr-Iia (Istituto sull’inquinamento atmosferico del Consiglio Nazionale delle Ricerche) hanno per la prima volta calcolato un indice medio di sostenibilità.

Questo indice tiene conto delle prestazioni relative al consumo di suolo, alla gestione dei rifiuti, all’approvvigionamento idrico, all’energia, alle aree protette, alla mobilità e alle norme edilizie. Attualmente, tale indice si attesta al 40%, evidenziando che le isole minori hanno ancora molta strada da percorrere per diventare completamente sostenibili.

Il rapporto “Isole Sostenibili – Le sfide della transizione ecologica nelle isole minori”

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Il V rapporto “Isole Sostenibili – Le sfide della transizione ecologica nelle isole minori” curato dall’Osservatorio di Legambiente e Cnr-Iia (Istituto sull’inquinamento atmosferico del Consiglio nazionale delle ricerche) mostra qual è la situazione sostenibilità nelle 27 piccole isole marittime abitate in Italia.

Da questo rapporto emerge una situazione non molto rosea dal momento che le performance su consumo di suolo, acqua, energia, rifiuti, aree protette, regolamenti edilizi e mobilità è ancora fermo al 40%.

Le isole più virtuose e quelle meno virtuose

Tra le isole che si distinguono maggiormente per il loro impegno verso la sostenibilità ambientale, possiamo annoverare alcune delle meravigliose mete italiane. Le Tremiti, con il loro imponente 53% di progressi compiuti, dimostrano una forte dedizione verso la tutela dell’ambiente e l’adozione di pratiche sostenibili.

Le Egadi, comprendenti le isole di Favignana, Marettimo e Levanzo, insieme alle Eolie, che abbracciano Lipari, Vulcano, Stromboli, Panarea, Filicudi e Alicudi, rappresentano altrettanti esempi di impegno concreto verso la sostenibilità, raggiungendo rispettivamente il 49% di avanzamento.

Non possiamo tralasciare le isole Pelagie, ovvero Lampedusa e Linosa, che hanno raggiunto un notevole 49% di progresso nell’adottare pratiche sostenibili per preservare l’ecosistema marino e terrestre.

Infine, l’isola di Capraia si fa notare per il suo encomiabile 47% di avanzamento nel percorso di sostenibilità, dimostrando un impegno costante nel ridurre l’impatto ambientale e promuovere uno sviluppo equilibrato.

Secondo il rapporto, alcune località che stanno registrando ritardi significativi sono La Maddalena, con un tasso di ritardo del 21%, l’Elba con il 26% e Ischia con il 29%.

Gli obiettivi per le isole

Secondo l’associazione ambientalista Legambiente e l’Istituto Nazionale di Architettura (Cnr-Iia), ci sono sette traguardi che le isole minori devono perseguire attraverso la collaborazione con i ministeri. Questi obiettivi includono l’eliminazione completa del consumo di suolo e richiedono l’attuazione di quattro misure concrete.

Tali azioni devono essere messe in atto attraverso la creazione di un organismo di coordinamento presso il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Inoltre, è necessario redigere piani di sviluppo sostenibile e istituire un’unica struttura di coordinamento per la gestione dei finanziamenti provenienti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr).