Inquinanti organici persistenti: questi 3 stanno per essere vietati in tutto il mondo

Autore:
Elisa Cardelli
  • Autore - Laurea in Semiotica

Sono tre per il momento gli inquinanti organici persistenti che verranno banditi in tutto il mondo. Questa importante decisione è stata presa dopo i negoziati delle Convenzioni di Basilea, Rotterdam e Stoccolma.

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Durante il COP BRS sono state prese delle decisioni davvero molto importanti per quanto riguarda l’ambiente. I delegati di oltre 120 nazioni hanno infatti trovato un accordo storico che permetterà di bandire tre inquinanti organici persistenti. I negoziati delle Convenzioni di Basilea, Rotterdam e Stoccolma hanno infatti portato finalmente al divieto di utilizzare questi prodotti davvero dannosi per l’ambiente e per le persone.

Tre inquinanti organici persistenti al bando

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Le sostanze che si è deciso di bandire durante il vertice delle Convenzioni di Basilea, Rotterdam e Stoccolma sono due sostanze chimiche tossiche presenti nella plastica e un pesticida che viene considerato molto pericoloso. La decisione di eliminare dal mercato queste tre sostanze danno se per ambiente e umani è di grande importanza.

In realtà, erano anni che il movimento ambientalista chiedeva di bandire l’additivo per plastica UV-328, il ritardante di fiamma Dechlorane Plus sempre utilizzato per le materie plastiche e il pesticida metossicloro.

Queste tre sostanze sono considerate POP – ossia “inquinanti organici persistenti” – e dunque il fatto che siano state vietate è di certo una buona notizia.

Non sarà facile bandire queste sostanze

Nonostante sia chiara la volontà di bandire queste tre sostanze inquinanti organiche persistenti, ci sono purtroppo tante scappatoie che permettono di continuare ad usare tali prodotti nella plastica. In particolare, a causare l’impossibilità di controllare davvero la presenza di POP è la mancanza di tracciabilità e di etichettatura.

In un suo studio, l’IPEN – International Pollutants Elimination Network – ha riscontrato che in giocattoli di plastica riciclati e altri prodotti plastici che provengono dal Kenya ci sono livelli alti di POP. La rete globale ONG che si batte per eliminare gli inquinanti ha quindi rilevato la necessità di agire prontamente per evitare problemi per salute delle persone e dell’ambiente.

Alla luce di quanto scoperto dall’IPEN, si capisce quanto manchi trasparenze e quanto dunque sia impossibile ancora oggi riuscire a tracciare davvero le sostanze dannose. La mancanza di trasparenza comporta che la comunità dei consumatori continuerà ad essere esposta alla presenza di tali sostanze nonostante risultino ormai vietate in tutto il mondo.

Si comprende quindi che, anche se il passo avanti fatto risulta davvero importante, ci sono dei problemi molto seri da considerare.

Siamo delusi dal fatto che gli interessi finanziari abbiano causato esenzioni inutili e pericolose che porteranno a continue esposizioni tossiche, in particolare per i lavoratori dei rifiuti e le comunità nei paesi a basso e medio reddito, dove spesso finiscono i materiali contenenti queste sostanze chimiche

ha spiegato Sara Brosché, consulente scientifico dell’IPEN.

Risulta chiaro che alcuni Paesi sono contrari a

mettere in atto i sistemi necessari che aiuterebbero a tenere traccia di questi materiali pericolosi.

Proprio per questo motivo, la soluzione risulta quella di agire velocemente per riuscire ad eliminare davvero tutte le sostanze tossiche che continuano ad essere impiegate.