Piantaggine – Plantago lanceolata
La Piantaggine è pianta erbacea officinale apprezzata per le sue molteplici proprietà medicinali e nutritive, facile da coltivare in vaso, nelle aiuole dei giardini e nell’orto.
- Caratteristiche della Piantaggine – Plantago lanceolata
- Fioritura
- Coltivazione della Piantaggine – Plantago lanceolata
- Esposizione
- Terreno
- Annaffiature
- Concimazione
- Piantaggine: coltivazione in vaso
- Moltiplicazione della Piantaggine
- Impianto o messa a dimora
- Potatura
- Raccolta e conservazione della Piantaggine
- Parassiti e malattie della Piantaggine
- Cure e trattamenti
- Varietà di Piantaggine
- Plantago psyllium o Psillio
- Plantago ovata
- Plantago major
- Utilizzi della Piantaggine
- Curiosità
- Galleria foto piante officinali
Caratteristiche della Piantaggine – Plantago lanceolata
La Piantaggine, nome scientifico Plantago lanceolata è un’erbacea perenne della famiglia delle Plantaginaceae presente in quasi tutte le zone del nostro Pianeta. In Italia cresce spontanea tutto il territorio nei luoghi sabbiosi, terreni incolti, prati, pascoli, nei boschi radi da 0 a 2000 metri di quota.
La pianta è provvista di un radice centrale rizomatosa fibrosa corta e robusta dalla quale si dipartono varie radici fascicolate secondarie o avventizie.
La parte aerea della pianta è acaule (senza fusti) ed è formata da una rosetta basale di foglie che si forma direttamente dal colletto radente al suolo.
Le foglie, lunghe 8-25 cm e di colore verde brillante, hanno forma lineare-lanceolata o ellittico-lanceolata con la parte basale della lamina fogliare ristretta e la parte superiore allargata. La pagina fogliare è glabra ed è solcata da numerose nervature longitudinali; il margine o bordo è intero. Le foglie generalmente persistono tutto l’anno.
I fiori, numerosissimi, piccoli e di colore bianco, sono riuniti in spighe ovoidali o cilindriche-globose, lunghe 2-4 cm, portate sulle estremità apicali di fusti eretti, privi di foglie, striato-solcati (con 5 scanalature), lunghi fino a 40 cm che spuntano a livello dell’ascella delle foglie superiori. Ciascun fiore ha la corolla tubolare e un calice composto da 2 sepali liberi e 2 saldati tra loro, di colore bruno chiaro.
Gli stami sono 4, con lunghe antere bianco-gialle.
I fiori sono ermafroditi e vengono impollinati dal vento (impollinazione anemofila i anemogama) e tramite gli insetti, soprattutto le api (impollinazione entomogama o entomofila).
I frutti sono piccole pissidi, delle capsule da ovoidi a ellissoidi, divise internamente in 2 logge, di colore marrone chiaro che, a maturazione, si aprono rilasciando piccoli semi, 1 0 2. Le capsule generalmente sono poco visibili perchè in parte nascoste dai sepali persistenti.
I semi, lunghi circa 3 mm, hanno la forma di una barchetta con faccia interna concava. Sono lucidi, di colore bruno-chiaro con una macchia più scura al centro. Sono molto fertili e per autosemina primaverile, danno vita a nuove piante di Piantaggine. I semi di questa pianta sono ricercati dagli uccelli.
Fioritura
La Piantaggine fiorisce dalla tarda primavera alla tarda estate, da Maggio a Settembre e talvolta fino ad Ottobre.
Coltivazione della Piantaggine – Plantago lanceolata
Esposizione
E’ una pianta erbacea, annuale, rustica, spontanea che ama il pieno sole. Non teme il freddo dell’inverno, le abbondanti nevicate e il gelo. Persiste quasi tutto l’anno e, anche se perde la parte aerea, la radice che sverna senza alcun problema sotto il suolo è pronta a ricacciare nuove foglie non appena le temperature diventano più miti, talvolta già a partire dal mese di Febbraio se il terreno viene riscaldato dai raggi solari.
Terreno
Si adatta a qualunque tipo di terreno povero, asciutto e sabbioso, in quanto è una pianta selvatica che vegeta ovunque senza problemi. Si adatta ai terreni umidi e a quelli arenosi e persino in quelli soggetti a calpestio, poiché è provvista di un grosso rizoma dal cui colletto spuntano sempre nuove foglioline.
Annaffiature
La Piantaggine è una pianta selvatica che sopporta lunghi periodi di siccità. Se coltivata in vaso o in piena terra nell’orto un apporto regolare di acqua in estate ma senza eccedere.
Concimazione
Poichè vegeta bene nei suoli poveri non necessita di nutrienti. Se coltivata nell’orto, basta una somministrazione di concime complesso ternario alla fine dell’inverno.
Piantaggine: coltivazione in vaso
E’ una pianta rustica facile da coltivare anche in larghe fioriere su terrazzi e balconi. Si mette del materiale drenante sul fondo; sia aggiunge del comune terreno da giardino o da orto misto a sabbia e poi si impiantano più piante a distanza di almeno 15 cm l’una dall’altra. Si compatta il terreno fino all’altezza del colletto e poi si annaffia per facilitare l’attecchimento delle piante nella nuova dimora.
Moltiplicazione della Piantaggine
La pianta in natura si riproduce per seme in primavera e può essere propagata per via agamica per divisione dei rizomi più sviluppati e ben radicati.
La semina viene preferita in quanto i semi molto fertili germinano facilmente dando vita a tante nuove piante che una volta distanziate crescono formando rosette di foglie forti e vigorose e fiori fin dal primo anno di vita.
Impianto o messa a dimora
Le nuove piantine di Piantaggine si mettono a dimora nell’orto nel terreno sciolto e ben drenato in buche distanti tra loro 20-25 cm.
Potatura
Si effettua al momento della raccolta.
Raccolta e conservazione della Piantaggine
Le foglie da consumare in cucina si raccolgono al momento del bisogno. Le foglie fresche hanno proprietà antiallergiche, dovute alla presenza di aucubina, una sostanza con azione antistaminica isolata anche nella Aucuba japonica.
Quelle da conservare invece si raccolgono quando sono ben sviluppate, da Maggio a settembre. Si recidono alla base del colletto e dopo averle legate in mazzetti si mettono ad essiccare al sole e poi sminuzzate e conservate in barattoli a chiusura ermetica o in sacchetti di carta.
I semi si raccolgono, in estate, tra luglio-agosto, quando sono maturi ma prima dell’apertura delle capsule. Vanno conservati in sacchetti di carta o tela, al riparo dall’umidità.
Le radici si raccolgono tutto l’anno.
Quest’erba selvatica possiede tante benefiche proprietà medicinali e quindi vale la pena coltivarla insieme alla Borragine, Portulaca oleracea, Bardana, Malva, al Tarassaco, all’Iperico, ecc.
Parassiti e malattie della Piantaggine
E’ una pianta che non soffre gli attacchi degli afidi, della cocciniglia. Tra le malattie fungine soffre il marciume delle radici causato dai ristagni idrici e la Ruggine che si manifesta con piccole macchie brune sulle foglie più vecchie. Le foglie più tenere vengono rosicchiate dalle lumache e da alcune larve.
Cure e trattamenti
Le piante di Piantaggine praticamente crescono da sole e quindi non necessitano di alcuna manutenzione o di trattamenti fitosanitari.
Varietà di Piantaggine
Tra le varietà di piantaggine citiamo quelle rustiche più comuni.
Plantago psyllium o Psillio
La specie più conosciuta che vegeta allo stato naturale nei terreni sabbiosi del bacino del Mediterraneo, in particolare in Francia, Spagna e Africa settentrionale. In Italia cresce preferibilmente nelle zone mediterranee.
Possiede una piccola radice a fittone, dalla quale in primavera si sviluppa il fusto, semplice o ramificato, leggermente pubescente e alto dai 30-40 cm circa ricoperto da foglie ghiandolose, opposte, per lo più riunite in verticilli di 3 o 6 foglie. Le foglie sono lunghe, sessili, di colore verde-grigio, forma lineare o lanceolata, margine intero o inciso da piccoli dentelli talvolta ripiegato verso il basso.
Questa varietà è chiamata comunemente Erba delle pulci per la somiglianza dei suoi semi a questi parassiti. I suoi semi, in particolare i rivestimenti esterni, messi in acqua si gonfiano a causa dell’elevato contenuto di mucillagini, ed è proprio questa peculiarità che li rende utili come rimedio naturale per combattere la stipsi, la sindrome dell’intestino irritabile, per l’apporto di fibra alimentare, per curare i diverticoli e per mantenere ai valori normali il colesterolo ematico.
Plantago ovata
Un’altra specie di Piantaggine originaria dell’Asia occidentale e meridionale. E’ una pianta erbacea officinale i cui semi ad elevato contenuto di mucillagine vengono utilizzati nella cura di coliti, colon irritabile o costipazioni intestinali. È largamente impiegata anche nella Medicina Ayurvedica e nella medicina tradizionale islamica (Unani).
Plantago major
Una specie erbacea perenne con foglie ovali, disposte a rosetta basale e dotate di un picciolo alato. Le foglie hanno margine ondulato e nervature parallele, che si incontrano sia nella base del picciolo sia all’apice della foglia. Tra marzo e novembre, tra le foglie spuntano scapi, eretti e cilindrici, terminanti con una spiga sottile, cilindrica, di colore verde-giallo-ruggine, composta da numerosi piccolissimi fiori ermafroditi a cui fanno seguito i frutti, delle capsule deiscenti (pissidi), contenenti semi scuri e rugosi.
Utilizzi della Piantaggine
Tutte le parti della pianta vengono utilizzate a scopo medicinale per le benefiche proprietà antisettiche, antibatteriche, refrigeranti, cicatrizzanti, antiemorragiche, sfruttate fin dai tempi antichi per la cura di vari malanni.
Avvertenze: il polline della Plantago lanceolata nei soggetti allergici può scatenare riniti e lacrimazione.
Curiosità
Il nome del genere Plantago deriva dal latino planta (pianta dei piedi ) in riferimento alla disposizione delle foglie ai piedi del colletto e perché vegeta in zone soggette a calpestio.
La Plantago lanceolata nel gergo volgare ha vari nomi, viene chiamata: Lanciola, Cinquenervi, Mestolaccio, Lingua di cane, Orecchio di lepre, Orecchie di gatto, per la forma e l’aspetto delle foglie, ovali, abbastanza strette ed allungate.
La Piantaggine è anche una pianta protagonista di un quadro intitolato “La zolla”, un acquerello dipinto nel 1503 da Albrecht Durer (1471-1528), il massimo esponente della pittura tedesca rinascimentale.