Maclura pomifera – Arancio degli Osagi

Autore:
Laura Bennet
  • Docente sc. biologiche

Maclura-pomifera

La Maclura pomifera, chiamata anche Arancio degli Osagi, è una pianta esotica da frutto coltivata anche nel nostro Paese soprattutto come ornamento dei parchi pubblici e dei giardini privati.

Caratteristiche generali della Maclura pomifera

La Maclura pomifera è un albero  deciduo della Famiglia delle Moraceae, originario dell’America settentrionale e diffuso allo stato spontaneo in Asia, in Africa. In Europa, Italia compresa, viene coltivata come ornamentale anche se fu introdotta, con scarso successo, come cibo per i bachi da seta.

L’albero dell’arancio degli Osagi nei luoghi di origine supera anche i 18 metri di altezza e si presenta con chioma folta ed irregolare formata da numerosi rami spinosi soprattutto a livello delle inserzioni fogliari. I rami da legnosi e duri diventano erbacei e sottili agli apici.

L’apparato radicale, robusto e profondo, è composto da spesse radici carnose ricche di morina.

Il tronco, largo e corto, nell’albero adulto è rivestito da una corteccia scagliosa bruno-aranciata contenente una discreta quantità tannino.

Maclura-pomifera-foglie

Le foglie, simili a quelle dell’arancio, sono coriacee, alterne, semplici, pinnate con apice appuntito. La pagina superiore delle foglie è lucida e di colore verde scuro mentre quella inferiore è opaca e di colore verde pallido. Le foglie sono decidue e, prima di cadere, assumono una colorazione giallo-oro.

La Maclura pomifera è una pianta dioica, pertanto gli organi riproduttivi sono portati da piante distinte, maschili e femminili.

I fiori sono infiorescenze dioiche poco appariscenti: le infiorescenze femminili sono globose e di colore verde-giallastro mentre quelle maschili sono invece allungate e di colore bruno.

Maclura pomifera-frutto

I frutti o sorosi dell’arancio degli Osagi sono molto caratteristici e in realtà formati da un insieme di piccoli frutti (acheni) derivanti da un diverso ovario. Si presentano come infruttescenze rotonde, simili ad un’arancia, aventi un diametro di circa 15 cm, con una scorza esterna rugosa, legnosa e di colore giallo-verde delicatamente profumata di limone; il succo dei frutti è lattiginoso e irritante. I frutti che compaiono subito dopo la fioritura, tra settembre -ottobre, non sono commestibili per l’uomo ma i semi sono una fonte di cibo per gli scoiattoli.

Maclura-semi

I semi, circa 500 per ogni frutto,  sono piccoli e duri, di colore giallo-brunastro giallo, con forma oblunga trigonale. Sono dotati di una buona capacità di germinazione e sono commestibili.

La particolarità di questa pianta è il frutto: di dimensioni simili ad un’arancia, color giallo-verde e con la superficie corrugata.

Fioritura

La Maclura pomifera fiorisce in tarda  primavera, tra maggio e giugno.

Maclura-pomifera-fiore

Coltivazione della Maclura pomifera o Arancio degli Osagi

Esposizione

La Maclura anche se si sviluppa bene in una posizione semiombreggiata ama il pieno sole per molte ore al giorno. Sopporta i venti, anche molto forti o salmastri delle zone costiere. Non teme il freddo e sopravvive anche alle temperature rigide dell’inverno inferiori ai  15 -18°C. La Maclura ha un’apparato radicale molto aggressivo ed esteso lateralmente, per questo motivo non è adatta alla coltura in contenitore che formerebbe compatti ammassi circolari di radici.

Terreno

E’ unna pianta che pur adattandosi a qualunque tipo di suolo, preferisce i terreni sciolti, profondi e ben drenati che le consentono un corretto sviluppo dell’apparato radicale.

Annaffiature

Anche se l’esemplare adulto di Maclura pomifera, in genere, si accontenta delle piogge, va comunque irrigato in estate e nei periodi di prolungata siccità. La pianta giovane e messa a dimora da poco tempo necessita di apporti idrici più regolari e frequenti nei primi 3 anni, per consentire un vigoroso sviluppo dell’apparato radicale. Le annaffiature vanno fatte facendo evitando però i ristagni idrici che sono causa del marciume delle radici.

Concimazione

In autunno somministrare ai piedi della Maclura pomifera dello stallatico ben maturo specialmente se si tratta di un esemplare giovane.

Maclura aurantiaca

Moltiplicazione della Maclura pomifera

La Maclura si riproduce per seme e viene propagata per via vegetativa anche per talea.

Moltiplicazione per seme

La semina si effettua dopo aver s  avviene in autunno o primavera, dopo aver fatto ammollare i semi in acqua tiepida per almeno 2 giorni. Si possono seminare anche direttamente i frutti dopo averli tagliati in spicchi. I semi o le parti dei frutti vanno seminati in autunno direttamente a dimora in buche larghe, profonde, ben drenate e coperte con terriccio fresco e fertile mantenuto umido fino alla comparsa dei germogli che generalmente compaiono nella primavera successiva.

Propagazione per talea

Questo metodo di propagazione agamica o vegetativa si pratica in primavera-estate o in autunno. Utilizzando delle cesoie bene affilate e disinfettate, si prelevano in primavera talee semilegnose mentre in autunno quelle legnose ed entrambe si mettono a radicare in un miscuglio di torba e sabbia in parti uguali. Anche in questo caso il substrato va mantenuto umido fino alla comparsa di nuove foglie che segna anche l’avvenuto attecchimento. Le nuove piante vanno fatte irrobustire e poi trasferite in vasi singoli fino al momento della messa a dimora definitiva.

Impianto o messa a dimora

Le piante di Maclura possono essere messe a dimora in primavera o in autunno anche su suoli franosi oppure impiantate nell’orto o davanti casa in quanto considerate repellenti naturali degli insetti molesti tengono a debita distanza le mosche. Sono anche resistenti all’inquinamento e pertanto adatte ad essere coltivate nelle aree urbane come piante depurative dell’aria. Generalmente si coltivano varietà senza spine e piante maschili che non producono frutti. L’eccessivo sviluppo dell’apparato radicale sia in in profondità che lateralmente rende impossibile la coltivazione in vaso di questa pianta.

Potatura

La potatura si effettua a fine inverno recidendo i rami secchi ed accorciando di circa 1/3 quelli troppo lunghi e disordinati. Vanno ridotti anche quelli più interni per favorire l’arieggiamento e il soleggiamento di tutta la chioma.

Parassiti e malattie  della Maclura pomifera- Arancio degli Osagi

L’arancio degli Osagi è una pianta rustica e generalmente non viene attaccata dai comuni parassiti animali come gli afidi ma in caso di scarso arieggiamento della chioma, potrebbe essere infestata dalle cocciniglie. Soffre, come la maggior parte delle piante, il marciume delle radici a causa della cattiva permeabilità del terreno di coltivazione.

Maclura-pomifera-moltiplicazione

Usi

Qualche secolo fa la Pianta di Maclura pomifera veniva coltivata (Trentino e Toscana), come sostituta del Gelso per l’alimentazione dei bachi da seta ma, visto gli scarsi risultati ottenuti in bachicoltura, oggi viene utilizzata a scopo ornamentale per realizzare robuste ed alte siepi di recinzione, come frangivento nelle zone con venti molto forti al posto del Biancospino, grazie al legno resistente alle intemperie. E’ una pianta ideale anche per combattere l’erosione dei suoli più degradati e largamente utilizzata come portainnesto della Cudrania tricuspidata.

Gli indiani della tribù degli Osage, utilizzavano il legno duro ma flessibile per la costruzione di archi, per l’estrazione di un pigmento giallastro con cui si tingevano il viso. Il pigmento estratto dalla corteccia della Maclura è stato utilizzato anche dagli Americani durante la seconda guerra mondiale per produrre il colore Kaki delle divise. Le foglie invece venivano impiegate per la cura di congiuntiviti e altre infezioni oculari.

In farmacologia, il  2,3,4,5-tetrahydroxystilbene, l’alcaloide, che protegge la pianta dalle malattie fungine viene utilizzato nella preparazione di antimicotici efficaci contro la Candida e il mughetto.  Alcuni principi attivi della Maclura vengono utilizzati come pesticidi contro la piralide del mais,  l’Ostrinia nubilalis, una piccola farfalla che attacca anche altre piante ornamentali e alcune piante ortive come melanzane, peperoni e fagioli.

Curiosità

la Maclura pomifera, nota anche come Maclura aurantiaca, ha vari sinonimi:  mela o gelso da siepe bois d’arc, bodark, palla di scimmia. Quello che fa riferimento alla sua tossicità è: Toxilon pomiferum.

La Maclura è una pianta velenosa?

Il frutto non è commestibile e se ingerito può provocare nausea e vomito (emetico) per la presenza di principi attivi e alcaloidi più o meno tossici. La linfa causa dermatiti. il polline la febbre da fieno.  I semi invece, come già detto, sono commestibili e possono essere consumati tostati.

Curiosità

Il nome Arancio degli Osagi è riferito alla zona dove erano stanziati gli Indiani Osage. Il primo a descrivere la pianta di Maclura fu Thomas Nuttall nel 1811 che le diede il nome in onore dell’amico William Maclure, padre della geologia americana.

La pianta fu introdotta in Europa nel 1818 e in Italia si diffuse nel 1827 soprattutto in Toscana e nel Lazio.

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