Erbe selvatiche commestibili

Autore:
Laura Bennet
  • Docente sc. biologiche

Borragine-borago

Quali sono le piante o erbe selvatiche commestibili? Dove e quando raccoglierle? Come consumarle fresche in cucina e come conservarle essiccate per poi utilizzarle anche preparazione di benefici decotti o infusi? Quali sono i loro vantaggi?

Silene-vulgaris-Strigoli

La maggior parte delle erbe selvatiche che crescono un po’ ovunque, nei prati, nei campi incolti, a ridosso di muri, di ruderi, lungo i bordi delle strade, dei sentieri di campagna, di montagna, nell’orto e anche in vaso, sono commestibili e utilizzabili sia fresche sia essiccate per il loro sapore, per le proprietà fitoterapiche e per la ricchezza di vitamine e sali minerali tanto utili per il nostro benessere.

Tipi di erbe selvatiche commestibili

Le piante selvatiche commestibili sono classificate in quattro diversi tipologie:

  1. Piante con foglie commestibili: come  il tarassaco, l’ortica, la melissa, la rucola, il cardo mariano, l’ombelico di Venere
  2. Piante con fiori commestibili:  come (il nasturzio o la viola), altri sono più aromatici e si possono cucinare, come la lavanda o il fiore di sambuco.
  3. Piante con frutti commestibili: solitamente questi frutti selvatici commestibili sono molto ricchi di antiossidanti e vitamine, usati sia come cibo che come rimedi officinali. Tra questi ci sono il ginepro, la rosa canina, il sambuco.
  4. Piante con radici commestibili: non sono tante  e non sono molto diffuse, ma il topinambur è un tubero abbastanza comune in molte zone europee.

Non mangiare qualsiasi pianta se non sei sicuro al 100% della sua commestibilità

Dove raccogliere le erbe selvatiche commestibili

Il primo posto dove cercare le erbe selvatiche eduli è certamente lontano da fonti d’inquinamento: scarichi urbani e industriali, reti metalliche, cumuli di macerie, bordi delle strade e in tutti i luoghi in cui vengono effettuati trattamenti antifungini e antiparassitari.

Si possono raccogliere le erbe spontanee commestibili nell’orto domestico, quelle che crescono nei vasi e quelle di montagna sempre che si sanno riconoscere con certezza, perché spesso vengono confuse con quelle quelle non commestibili, tossiche e nocive per la salute.

Ecco quali sono le più comuni, le più saporite e le più benefiche per la nostra salute.

Piante selvatiche commestibili

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Borragine

La borragine è una delle erbe spontanee più diffuse e conosciute impiegata nella preparazione di vari piatti.  E’ facilmente riconoscibile perchè forma folti cespugli con foglie tomentose e fiori campanulati blu intenso. Fiori e foglie tenerissime possono insaporire e dare un tocco di colore particolare alle insalate miste, alle minestre, alle frittate, alle torte rustiche salate e anche lessi e saltati in padella come i broccoli.  La borragine essiccata è ottima per la preparazione di un infuso o tisane  ad azione  antinfiammatoria, protettiva del sistema cardiovascolare, diuretica  e diaforetica.

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Rucola

La rucola è una delle piante selvatiche commestibili più comuni e conosciute, utilizzata fresca nelle insalate miste, sulla bresaola, nelle frittate, nella preparazione del pesto, di un ottimo digestivo come il famoso Rucolino di Ischia. In fitoterapia, il consumo di rucola viene consigliato per depurare l’organismo, per combattere la stitichezza e l’invecchiamento precoce delle cellule grazie alla ricchezza di antiossidanti e vitamine. E’ un’erba officinale aromatica dal sapore amarognolo facile da coltivare anche in vaso.

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Tarassaco 

Considerata da molti una pianta erbacea infestante dei prati e dell’orto, il Tarassaco noto anche come soffione o dente di leone, è una pianta erbacea spontanea ottima da consumare fresca nelle insalate e nelle minestre. Le proprietà benefiche del tarassaco sono noto fin dall’antichità. migliorare il nostro processo digestivo e favorire la salute epatica.

malva

Malva selvatica

La malva è una pianta molto comune e facilmente riconoscibile: ha foglie  e abbastanza comune, le cui foglie possono essere cucinate come le verdure, eliminando i gambi. La malva è benefica per proteggere e sanare le mucose digestive e intestinali, per prevenire la stitichezza. Si possono consumare anche i fiori e frutti, che hanno un sapore delizioso.

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Portulaca

E’ una specie succulenta diffusa su tutto il territori italiano e facile da coltivare anche in vaso, bella da vedere con i suoi piccoli fiori gialli. Le sue proprietà nutrizionale e medicinali erano note anche agli antichi che ne facevano largo consumo. Si consumano foglie steli, crudi e cotti, per il loro sapore leggermente acidulo. In alcuni paesi come ad esempio l’Australia, i semi vengono utilizzati per insaporire il pane.

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Cardo mariano

L’uso del cardo mariano come ingrediente in cucina è sempre più diffuso, soprattutto le foglie che si consumano cotte. Questo tipo di cardo ha importanti benefici per la salute, usato ad esempio per curare in modo naturale problemi del fegato come la cirrosi o l’eccesso di ferro.

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Silene

Il silene vulgaris è una pianta selvatica le cui foglie e i germogli più teneri hanno un sapore delicato, dolce e gradevole che ricorda quello dei piselli novelli freschi. In cucina, i fiori chiamati comunemente strigoli e le foglie trovano un vasto impiego in numerose ricette: possono essere consumate crude nelle insalate miste; cotte e saltate in padella come gli spinaci; per preparare sughi saporiti e delicati risotti; per arricchire minestre e zuppe; farcire torte rustiche; come ripieno di lasagne, ravioli, crepes e cannelloni.

ortica

Ortica

Una pianta erbacea diffusa ovunque ma che va raccolta solo nei luoghi lontani da fonti di inquinamento e anche con cautela (indossando guanti da giardinaggio) perchè i suoi peli simili a gocce di acqua non appena vengono sfiorati liberano una sostanza irritante per la pelle. Trova impiego in cucina per la preparazione di pasta all’uovo, nelle frittate, saltate in padella come gli spinaci, nelle minestre di verdure miste.Va lavata accuratamente e poi sbollentata. L’ortica è una pianta commestibile ricca di clorofilla, calcio, ferro e altri minerali.

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Chenopodio o farinello comune

Il farinello, altro nome comune con cui questa erba spontanea, appartiene alla stessa famiglia degli spinaci. E’ diffusa ovunque specialmente nei campi incolti e lungo i sentieri di montagna.Le foglie vengono consumate crude e cotte, mentre i frutti vengono trasformati in farina e bevande. per migliaia di anni il farinello è stato l’alimento base dei popoli del Sud e centro America.

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Calendula

È una pianta perenne che può durare diversi anni, utile anche nell’orto perché i suoi fiori gialli o arancioni attirano insetti benefici come le coccinelle, che sono predatori di afidi. È una delle piante selvatiche commestibili più utilizzate, i suoi fiori si possono usare in cucina come sostituto dello zafferano, per un meraviglioso tocco di colore e sapore. Inoltre, i suoi fiori sono ricchi di luteina, un potente antiossidante naturale che protegge la vista.

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Nasturzio

Sono piante con fiori molto appariscenti di colore arancione (o alcune tonalità di giallo e rosso), facilmente coltivabile in vaso o in giardino. Sarà un ottimo ingrediente per le insalate con colore e sapore, con un tocco speziato leggermente piccante, ma anche in preparazioni cotte. I nasturzi sono molto utili anche nell’orto per il controllo biologico dei parassiti, perché con il loro odore tengono lontani lumache, afidi e altri insetti nocivi.

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Rosa canina

Le proprietà benefiche della rosa canina vengono sfruttate in moltissimi settori. E’ una rosa spontanea diffusa nelle zone temperate di tutto il mondo. Cresce in campagna e in collina fino ai 1500 m. di altitudine .Produce produce fiori e bacche commestibili utilizzate anche medicinali.In cucina petali di rosa possono anche essere mangiati o usati per aromatizzare gelatine o per prepare salse, marmellate e l’aceto di rose.

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Crespigno Sonchus

Una pianta erbacea commestibile diffusa nelle campagne, nei campi incolti nell’orto domestico e nei giardini. Produce dei fiori gialli simili a margherite.

Tutte le parti della pianta del Crespigno sono commestibili: radici, fusti e foglie.

La pianta è a disposizione praticamente tutto l’anno ma il periodo migliore per la raccolta è la primavera, stagione in cui è più ricca di principi attivi, i tessuti più succosi e il sapore decisamente più dolce. Le foglie vanno raccolte prima della fioritura, perché la linfa prodotta dalla pianta ben sviluppata le rende molto amarognole. Le foglie vengono consumate cruda o cotte da sola o mista ad altre verdure.

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Ginepro

È un arbusto sempreverde, perenne, spinoso tipico della macchia mediterranea. Viene largamente impiegato i cucina per insaporire piatti a base di carne e cacciagione. Con le bacche o coccole si può preparare il liquore di ginepro delizioso.  Le proprietà benefiche del Ginepro sono tante con gli infusi si  curano malattie da raffreddamento, sinusite, tosse e raffreddore mentre i massaggi fatti con l’olio essenziale sono efficaci per contrastare i dolori reumatici.

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Senape

E’ una crucifera inconfondibile e la si trova un po’ ovunque dall’orto domestico ai sentieri montani. Produce  fiori stellati con corolla a quattro petali, frutti a forma di becco d’anatra e per il suo sapore speziato viene usata i cucina per insaporire primi e secondi piatti. I fiori e i frutti sono ricchi di una essenza speziata che aiuta a digerire e  depura il fegato dalle tossine accumulate.

Acetosa- Rumex acetosa

Acetosa rumex

La rumex acetosa è una delle piante selvatiche commestibili nota fin dai tempi antichi presso gli egizi, i greci ed i romani non dolo come pianta commestibile ma come pianta tintoria infatti la sua radice e le foglie venivano per l’estrazione di coloranti per tingere di rosso e verde i tessuti. Le sue foglie fresche dal sapore acidulo simile a quello dell’aceto, vengono impiegate in cucina, anche da grandi chef, crude cotte, nelle insalate, per la preparazione di involtini di verdure p, per insaporire pesce e anche nelle frittate. È consigliata anche per uso medicinale soprattutto per combattere la ritenzione idrica e le infezioni della pelle.

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Tifa

Sono commestibili le parti bassi degli steli e i rizomi. Il rizoma è più gustoso se privato della  cuticola esterna e delle piccole radici avventizie con un coltello fino ad ottenere dei tronchetti bianchi ricchi di amido. I tronchetti possono essere consumati crudi oppure possono essere strizzati per estrarre amido che, una volta essiccato, produrrà una farina gustosa e utilizzabile per produrre pane o biscotti.

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Topinambur

Conosciuto anche come carciofo di Gerusalemme è una varietà di girasole diffusa allo stato selvatico soprattutto lungo i corsi d’acqua. I fiori e tuberi sono commestibili. I tuberi dal sapore di carciofo, per il la ricchezza di inulina sono regolatori naturali della glicemia e, infatti, a differenza delle patate il loro consumo è consigliato anche ai diabetici.

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Il consumo di topinambur è utile per ripristinare la carica batterica intestinale danneggiata a seguito di terapie antibiotiche o come leggero lassativo o per migliorare l’assorbimento intestinale di calcio e ridurre il colesterolo.

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Monarda fistulosa

Pianta erbacea perenne originaria del Nord America, diffusa comunemente nei campi incolti e coltivata anche a scopo ornamentale.

Si mangiano sia le foglie che i fiori. Le foglie per l’ aroma simile al bergamotto dopo la raccolta vengono essiccate e usate per preparare bibite e sacchetti profumati per gli armadi. I fiori contengono la monardina un’essenza odorosa largamente impiegata in profumeria e in medicina omeopatica come antipiretico e digestivo.

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Finocchio selvatico – Foeniculum sylvestre

Chiamato anche finocchietto , forma alti cespugli di steli verdi e da luglio ad agosto produce ombrelle di piccoli fiori gialli. Si consuma sia crudo in insalata che cotto in stufati e come verdura di accompagnamento a secondi piatti. I germogli teneri si usano nelle minestre oppure si mangiano crudi in pinzimonio. I semi, raccolti in tarda estate, vengono utilizzati per insaporire il pane, primi piatti, insaccati, salsicce fresche e per farne decotti, infusi calmanti e digestivi e anche per la preparazione del buonissimo ed aromatico liquore di finocchietto selvatico.

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Bellis perennis o pratolina

Le margheritine sono comunissime, si utilizzano le foglie più tenere, raccolte prima della fioritura, nelle insalate o nei minestroni, unite alle altre verdure. I fiori della pratolina margheritina stimolano la diuresi ed hanno un’ azione disintossicante. I fiori ancora in boccio hanno il sapore dei capperi e vengono  conservati sottaceto.

Cichorium intybus- Cicoria selvatica

Cicoria selvatica

La cicoria selvatica, nome scientifico Cichorium inthybus, è pianta erbacea perenne della famiglia delle Asteraceae o Composite diffusa allo stato selvatico in quasi tutte le zone del mondo e anche in tutte le regioni italiane. Si raccoglie dalla pianura alla montagna fino ai 1200 m di quota, nei luoghi incolti, lungo i bordi delle strade, i sentieri di campagna, nei campi incolti, presso i ruderi e i casolari abbandonati. Possiede proprietà depurative, diuretiche, stomachiche, stimolanti del fegato, amaro-toniche e lassative. In cucina, le foglie fresche e tenere vengono consumate nelle insalate miste mentre quelle più coriacee una volta lessate possono essere utilizzate nella preparazione di minestroni, paste, ripieni per torte rustiche o saltate in padella come gli spinaci.

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Quando raccogliere le erbe selvatiche

Il periodo della raccolta delle erbe spontanee o selvatiche commestibili varia da specie a specie e generalmente si effettua quando le piante sono ricche di principi attivi, preferibilmente nelle giornate serene e al mattino.

  • Le radici, i tuberi, i bulbi e i rizomi vanno estratti delicatamente da terreno per evitare la loro rottura. e devono devono essere interi, ben puliti e ben conservati. Si possono raccogliere in  in primavera o in autunno. E’ preferibile la raccolta autunnale, perché in questa stagione le radici sono più ricche di succo.
  • Gli steli e le foglie si raccolgono in principio di fioritura, perché prima le piante sarebbero troppo pregne di acqua; più tardi invece, i principi attivi passerebbero nei fiori. I fiori vengono raccolti al tempo della fecondazione, cioè quando si aprono.
  • Le foglie e i fiori delle labiate o meglio delle Lamiaceae come l’ortica, la Melissa, il Rosmarino, l’origano, si raccolgono quando le piante sono in piena fioritura.
  • I frutti e i semi invece vanno raccolti quando hanno raggiunto la completa maturazione ad eccezione di quelli delle Ombrellifere che vanno raccolti ancora immaturi e fatti essiccare al sole.

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Come conservare le erbe selvatiche

Il metodo migliore per conservare tutte le piante selvatiche appena descritte è l’essiccazione all’aria.

Conservazione delle parti erbacee delle piante selvatiche commestibili

Nel caso in cui si vogliono conservare parti erbacee delle piante selvatiche in linea generale si procede nel seguente modo:

  1. Si recidono gli steli con le estremità fiorite e con  foglie sane, prive di macchie o attaccate da parassiti o dal mal bianco o oidio;
  2. si raggruppano in mazzetti legati con spago;
  3. si scartano parti rammollite;
  4. si sciacquano velocemente in una bacinella contente acqua a temperatura ambiente;
  5. si avvolgono con carta assorbente da cucina per asciugare l’acqua in eccesso;
  6. si mettono appesi a testa in giù in un luogo ombreggiato e ben ventilato chiusi per motivi igienici all’interno di un sacchetto di carta( si evita che possano contenere escrementi di insetti, soprattutto di mosche;
  7. si lasciano asciugare ben bene fino a quando le foglie o i fiori diventano secchi e friabili;
  8. si sfregano fra le mani o anche in un setaccio a maglie larghe;
  9. infine le parti utilizzabili si chiudono i barattoli di latta o in sacchetti di carta e conservati in un luogo fresco e buio.

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Conservazione radici e tuberi delle piante commestibili

Se si vuole conservare parti consistenti come radici rizomatose o tuberi invece si può optare:

  1. per l’essiccazione al sole ponendo le varie parti della pianta intere o tagliate a fette sottili, su una rete in un unico strato e distanziate tra loro;
  2. per l’essiccazione nel forno impostando la temperatura a 40°C, tenendo lo sportello aperto e girandole su tutti i lati fino a quando non saranno completamente disidratate.
  3. quando le parti della pianta diventano friabili, vanno trasferite in contenitori a chiusura ermetica e conservate sempre in un luogo riparato dalla luce e privo di umidità per scongiurare che possano ammuffire.

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I vantaggi delle erbe selvatiche commestibili

Consumare erbe selvatiche commestibili come facevano anticamente i nostri antenati è sicuramente salutare.

I vantaggi sono tanti:

  1. sono naturali, fresche e genuine;
  2. non hanno subito subiscono manipolazioni genetiche e il loro sapore e le altre caratteristiche organolettiche sono quelle di una volta;
  3. non vengono trattate con prodotti chimici (antiparassitari o anticrittogamici) tanto dannosi per l’organismo;
  4. si trovano facilmente in natura, su tutto il nostro territorio, basta solo saperle riconoscere;
  5. sono più ricche di nutrienti rispetto a quelle coltivate in serra, nei campi e nell’orto;
  6. il consumo di foglie, fiori, frutti e radici  delle erbe selvatiche ci permettono di ampliare e variare la dieta giornaliera, rendere più saporite e più ricche di sali minerali l’insalata di verdure, le zuppe e le minestre;
  7. hanno il vantaggio di essere ecologiche, infatti sono a chilometro zero e crescono senza dispendi idrici in quanto si accontentano  dell’acqua che ricevono con le piogge.

Consigli

Tutte le erbe spontanee commestibili  se raccolte nei luoghi di crescita con tutta la radice possono essere possono essere coltivate nel giardino o nel piccolo orto di casa.

Se non siete esperti, informatevi o fatevi aiutare da un competente perché quelle non commestibili possono essere seriamente tossiche e nocive per la salute.

Avvertenze: non mangiare qualsiasi pianta selvatica se non si è sicuri al 100% della sua commestibilità.

Approfondimenti: Piante di montagna o bosco pericolose.

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