Celidonia – Chelidonium majus

Autore:
Laura Bennet
  • Docente sc. biologiche

Celidonia

La Celidonia è una pianta erbacea officinale apprezzata per le sue benefiche proprietà terapeutiche e anche come pianta ornamentale molto facile da coltivare in vaso o nelle aiuole del giardino.

Caratteristiche generali della Celidonia – Chelidonium majus

La Celidonia, nome scientifico Chelidonium majus, è una pianta perenne della famiglia delle Papaveraceae originaria dell’Europa e delle zone temperate e più fredde dell’Asia. In Italia è diffusa allo stato spontaneo in molte regioni, lungo i bordi delle strade, nelle crepe dei muri , ruderi o casolari abbandonati, nei terreni incolti fino ai 1300 metri di altitudine.

La pianta, provvista di una robusta radice fusiforme, in pieno sviluppo vegetativo forma folti cespugli alti circa 80 centimetri.

Ha fusti erbacei, sia ascendenti che prostrati variamente ramificati, ricoperti da un fogliame molto decorativo. Gli steli leggermente pelosi, contengono un succo giallo-aranciato,  vischioso e lattigginoso, aspro e caustico irritante per la pelle.

Le foglie basali sono grandi, picciolate e di colore verde chiaro mentre quelle inserite sulla parte più alta degli steli sono sessili, più piccole e di colore verde cinereo. . Hanno consistenza fragile o molle, sono alterne, imparipennate, con apici trilobati e margini crenati. Anche le foglie come tutte le altre parti della Celidonia sono percorse da una rete di canalicoli in cui scorre il succo caustico che fuoriesce in seguito a piccole incisioni, tagli o rotture emanando un odore fetido.

Celidonia-fiore-corolla

I fiori, di colore giallo intenso, sono raggruppati in rade infiorescenze a ombrello. Il calice è composto da due piccoli sepali verdi-giallastri che cadono non appena inizia la fioritura. La corolla è composta corolla da 4 petali obovati con bordi leggermente ondulati. Gli stami gialli, lunghi e vistosi circondano un breve stilo.

Celidonia-silique

I frutti sono silique, capsule bivalve lineari simili a quelle della Senape, che da verdi virano al marrone scuro quando sono completamente mature. A maturazione le silique si aprono in due liberando i numerosi semi racchiusi in esse.

I semi sono ovoidi-reniformi, piccoli e neri e vengono disseminati dalle formiche (disseminazione mirmecoria) che tanto apprezzano l’escrescenza polposa e gelatinosa che li avvolge. I semi sono molto fertili e possono essere raccolti per poter produrre nuove piante di Celidonia per semina nella primavera successiva.

Celidonia-fioritura

Fioritura

La Celidonia fiorisce in estate, da Luglio a Settembre.

Celidonia-coltivazione

Coltivazione della Celidonia maggiore – Chelidonium majus

Esposizione

E’ una pianta officinale che nelle zone con clima fresco può essere coltivata anche al sole mentre in quelle con estati molto calde è preferibile scegliere l’esposizione mezz’ombra. Soffre il caldo e non teme il freddo.

Terreno

Si adatta a qualunque tipo di terreno anche quello comune da giardino purchè ricco di composti azotati e soprattutto ben drenato.

Annaffiature

Le piante di Celidonia coltivate in piena terra durante i mesi primaverili si accontentano delle piogge e vanno irrigate solo se il clima è particolarmente siccitoso. In estate vanno regolarmente annaffiate per mantenere il terreno umido ma facendo attenzione a non eccedere.

Concimazione

Per crescere e vigorosa, questa pianta, al pari di altre piante nitrofile come ad esempio la Veronica persica, in primavera va supportata con una buona concimazione azotata. Una apporto di composti nitrato di calcio, nitrato di sodio, nitrato di potassio, assorbiti, quasi elettivamente, consentono una regolare ripresa vegetativa della pianta e una produzione abbondante di fiori.

Celidonia: coltivazione in vaso

La pianta è di facile coltivazione anche in un vaso largo e profondo contenente un terreno soffice e ben drenato misto a sabbia. Sul fondo del vaso si mettono dei pezzi di coccio ricoperti da uno strato di terriccio. Si impianta la pianta e si aggiunge altro terreno fino all’altezza del colletto e, dopo averlo compresso con le mani si annaffia adeguatamente.

Celidonia-moltiplicazione

Moltiplicazione della Celidonia maggiore

Si moltiplica facilmente per seme o per divisione dei rizomi.

La semina si effettua in autunno in semenzaio protetto o direttamente a dimora in primavera. Nel primo caso si  utilizza un cassone riempito con  miscela di terriccio ricco di sostanze in decomposizione, tipo compost e sabbia di fiume fine, mantenuto umido fino germinazione avvenuta. Si lasciano irrobustire le giovani piantine e all’inizio della primavera successiva, si mettono a dimora definitiva. Nel secondo caso la semina si effettua a dimora nel terreno soffice e ben lavorato.

Moltiplicazione per divisione dei rizomi

In autunno si estraggono i rizomi dal terreno e si dividono in porzioni portanti radici autonome e si piantano subito, a distanza di 20 cm, nel terreno soffice, ricco di sostanza organica e ben drenato. Per favorire l’attecchimento si annaffiano regolarmente soprattutto se il clima è siccitoso.

Impianto o messa a dimora

Le piante vanno impiantate nel terreno ben lavorato, molto soffice con un po’ di sabbia sul fondo. Le buche vanno distanziate di 20 cm l’una dall’altra. Dopo l’impianto si annaffiano regolarmente le piante soprattutto se giovani al fine di favorire l’attecchimento delle radici nella nuova dimora. Gli apporti idrici devono essere costanti nel primo anno di impianto. In buone condizioni pedoclimatiche la Celidonia è produttiva per 5-8 anni.

Potatura

Si effettua solo nel caso in cui la parte aerea della pianta non viene raccolta. Utilizzando un attrezzo ben affilato, si tagliano tutti gli steli fino a 10 cm dal livello del suolo. Nella primavera successiva la pianta di Celidonia ricaccerà nuova massa vegetale.

Parassiti e malattie della Celidonia

E’ una pianta rustica che raramente viene attaccata dai comuni parassiti animali. Soffre il marciume delle radici.

Raccolta e conservazione della Celidonia

La raccolta delle varie parti avviene in tempi diversi.

Le foglie si raccolgono in primavera, in aprile-maggio, all’inizio della fioritura. Si mettono ad essiccare all’ombra disponendole in sottile strato in locale ben aerato.

Per ottenere il succo invece si procede alla spremitura delle foglie fresche e appena raccolte.

La radice si raccoglie invece alla fine del ciclo vegetativo ovvero in autunno quando la pianta entra in dormienza. Si estrae dal terreno con l’aiuto di una zappa o vanga e dopo averla ripulita dal terreno si mette ad essiccare per 2 giorni al sole e poi si completa l’essiccamento in una zona all’ombra.

Le foglie e le radici secche si conservano in sacchetti di tela riposti in un luogo asciutto e buio. Le parti aeree vanno rinnovate tutti gli anni, mentre la radice può essere conservata per due anni.

Celidonia-fiore-foglie

Avvertenze

Si consiglia di indossare i guanti da giardinaggio quando si maneggiano le piante di Celidonia per evitare fastidiose irritazioni della pelle a contatto con il succo caustico. E’ assolutamente sconsigliato l’utilizzo di qualsiasi parte vegetale per la preparazione di ricette ad uso interno.

Tossicità della Celidonia

E’ una pianta molto tossica. Il lattice della pianta è velenoso e pericoloso per l’alto contenuto di alcaloidi. Se ingerito provoca bruciori alla gola e alla faringe, paralisi, vomito e nei casi più gravi anche il coma.

Celidonia – Chelidonium majus

Proprietà della Celidonia

Nonostante la tossicità e la sua causticità la Celidonia possiede proprietà benefiche legate ai principi attivi presenti nel latice e nel succo fresco estratto dalle parti aeree della pianta e dalla sue radici, in particolare alcaloidi, acidi organici, carotenoidi ed enzimi proteolitici.

Il latice della pianta possiede le seguenti proprietà benefiche:

  • Antispasmodiche, utile per curare crampi intestinali, asma, disturbi gastrici di varia natura.
  • Purgative, sedative e spasmolitiche.
  • Antimicotiche, efficaci nel trattamento di verruche, eczema, psoriasi, ulcera e tigna.
  • Colagoghe e coleretiche,  (cura del fegato, ittero, colecisti, calcoli.
  • Sedative, efficace in caso di insonnia, ansia e nervosismo.
  • Cicatrizzanti, perché il suo latte, comunemente chiamato nel passato latte di strega, veniva utilizzato anche per accelerare la cicatrizzazione di ferite e piaghe.
  • Antibatteriche e antivirali, utili per combattere infezioni di origine infiammatoria e batterica che affliggono il derma e le mucose.
  • Inoltre il latice possiede anche proprietà caustiche, antiemorragiche, astringenti e vasocostrittrici.

Utilizzi

La Celidonia viene utilizzata in modo sicuro soprattutto in erboristeria e in fitoterapia per la cura dei disturbi delle vie biliari, del tratto gastrointestinale. In farmacologia è uno degli ingredienti di preparati ad azione analgesica e sedativa del sistema nervoso centrale.

Il lattice aspro e caustico, come quello del Fico, viene da sempre utilizzato con molta cautela e per breve tempo per eliminare porri e verruche e per tali applicazioni locali la pianta viene popolarmente chiamata Erba dei porri.

Anche se è una pianta diffusa allo stato spontaneo, è bella come ornamentale in un’aiuola meno in vista del giardino o in vaso su balconi e terrazzi non frequentati da bambini.

Altri nomi della Celidonia

La pianta nelle regioni del nostro Paese viene chiamata con nomi comuni: Erba de sugu gialu, Selidonia, Cilidonia, Schillidonia, Erba da porrìn, Rata-joe, Tòscegu, Spiriozi, Scirigoegna, latte del diavolo

Tra i nomi stranieri più comuni ricordiamo: garden celandine, tetterwort, wartweed, wartwort, rock  e altri.

Celidonia minore

Varietà di celidonia

Un’altra specie più conosciuta è la:

Celidonia minore o meglio Ranunculus ficaria o Ficaria verna

Una pianta spontanea che cresce spontanea nei terreni umidi, lungo i bordi di specchi d’acqua e dei ruscelli. Forma piccoli cespugli alti non più di 30 cm composti da foglie carnose e lucenti. Produce fiori gialli simili a margherite.

Celidonia-latice

Curiosità

Il nome scientifico Chelidonium deriva dal greco kelidòn che significa rondine e per alcuni fa riferimento al fatto che le rondini strofinino pezzetti di foglie della pianta sugli occhi dei piccoli dopo la schiusa delle uova per far aprire più velocemente le palpebre completamente chiuse. Per altri invece il nome è in riferimento al periodo della fioritura che avviene proprio al ritorno delle rondini. L’epiteto specifico majus invece deriva dal latino magnus e significa grande maggiore.

La celidonia è detta anche erba che fa piangere o cantare perchè secondo antiche credenze popolari se viene posta sulla fronte di un malato, farebbe piangere l’uomo in punto di morte e cantare quello in via di guarigione.

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