Toxoplasmosi: non è più necessario temerla
La toxoplasmosi è da sempre una malattia che spesso provoca paura e impedisce di adottare un gatto. Ma è davvero così pericolosa? Come si affronta nel modo giusto?

La toxoplasmosi fino a qualche anno fa era una malattia in grado di terrorizzare qualunque donna in gravidanza. Questo a causa della cattiva informazione per cui si pensava che, gli animali domestici come ad esempio i gatti, potessero rappresentare un vero pericolo sia per la mamma che per il feto.
L’idea principale si basava sul fatto che l’infezione potesse passare dalla madre al bambino tramite placenta, provocando nel feto danni irreparabili come deformazioni o addirittura l’aborto. Fortunatamente, anche per quanto riguarda questa malattia, negli ultimi anni sono stati effettuati notevoli passi avanti in termini di riduzione del contagio. Tale che ormai, in Europa e in generale nelle zone più industrializzate, si sta verificando una fase di declino relativo a questa grave patologia.
Questo è stato possibile grazie ad un avanzamento della medicina e a un maggior numero di controlli e circolazione dell’informazione. Inoltre, grandi passi in avanti, sono stati realizzati anche per quanto riguarda la cura.
Come accennato, attualmente la diffusione di questa malattia è fortunatamente in declino. Per quanto riguarda l’Italia, possiamo constatare che la diffusione è in forte calo. In media, circa il 30% delle donne, al momento della prima gravidanza risulta aver contratto già questa malattia. Proprio per questo motivo possiedono già gli anticorpi fondamentali per contrastare il parassita.
Toxoplasmosi: cosa si deve sapere

Ma cosa provoca nel dettaglio la toxoplasmosi? La causa è il protozoo texoplasma gondii, il germe scatenante della malattia, che presenta un ciclo biologico piuttosto complesso che include una fase intestinale, nel gatto e altri felini, chiamati ospiti definitivi, e uno extra intestinale che riguarda invece i tessuti, sia dell’ospite definitivo che dell’uomo, definito invece ospite intermedio.
Si tratta di una malattia che può essere contratta in diversi modi, ma quello più semplice e ricorrente, è attraverso delle forme parassitarie emesse dal gatto attraverso le feci. Queste prendono il nome di oocisti e, pur non essendo infettanti nell’immediato, lo diventano nel giro di quarantott’ore.
Un gatto infetto inoltre elimina queste cisti infette una sola volta nel corso della sua vita e per un periodo limitato che non supera le due settimane. Ma il principale problema è che queste oocisti, una volta disperse nell’ambiente, che sia giardino, parchi, orti oppure acque, tendono ad essere molto resistenti.
Attraverso le giuste cure, però non dovremo più temere il nostro felino. Possiamo infatti rivolgerci al nostro veterinario di fiducia e prestare attenzione alla profilassi che aiuterà il nostro amico ad essere sempre sano e attento. Questo è utile in particolare se al nostro gatto piace andare in esplorazione anche al di fuori dello spazio domestico.
Attenzione in gravidanza

Quest’infezione è particolarmente problematica e significativa quando viene trasmessa, appunto, a donne in gravidanza. Non dobbiamo però colpevolizzare solo il nostro gatto, poiché la malattia può essere contratta anche tramite ingestione del parassita, presente nelle carni di animali ospiti intermedi, in particolare quella suina e rovina. Similmente, è facile individuare questo batterio anche nella selvaggina, non a caso questo sono cibi assolutamente evitati in gravidanza.
Per preservare la nostra salute è quindi bene prestare attenzione anche a quella del gatto, in modo da potersi garantire una convivenza pacifica e serena. Sono infatti troppe le famiglie che scelgono di abbandonare i gatti al momento della gravidanza per paura di un’infezione.
Proprio come per gli umani, anche per gli animali il principale veicolo dell’infezione avviene attraverso il cibo. Per questo motivo è bene alimentare sempre il felino con cibi industriali e carni ben cotte, evitare che si cibi di animali predati, come roditori e piccoli uccellini. Allo stesso modo è bene assicurarsi di pulire bene e con acqua bollente la lettiera del gatto almeno una volta al giorno. Preferibilmente questa operazione non deve essere svolta dalla gestante.
Per una sicurezza maggiore la donna e il gatto possono fare analisi del sangue che indicheranno le possibilità di trasmissione della patologia e che quindi potranno garantire una migliore convivenza con il nostro caro felino.